L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />
zuelana e un altro regolamenta la collaborazione tra le compagnie petrolifere dei due<br />
paesi. Per Chavez questi accordi dovevano contribuire a formare un blocco antiamericano<br />
tra i paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’AL.<br />
Nel 2006, “Tata Motor” e “Marcopolo”, leader globale brasiliano per carrozzerie<br />
di autobus, sono diventati partner (rispettivamente per 51% e 49%) per costruire e<br />
assemblare 30 mila autobus in India, con un investimento di $50–75 milioni. 15 mila<br />
dei quali sono stati prodotti nel 2009-210, primo anno operativo. Poiché rispettano<br />
tutti <strong>gli</strong> standard internazionali di qualità e sicurezza, questi autobus saranno messi<br />
in vendita non solo in India, ma anche in tutti i mercati nei quali Tata Motors è già<br />
presente (Mesquita, 2010: 79).<br />
Per ora, L’India ha i rapporti più stretti con il Brasile, con il Mercosur (Argentina,<br />
Brasile, Paraguay e Uruguay) e con il Cile (con il quale ha due accordi commerciali<br />
preferenziali, o PTA) e ha i maggiori scambi commerciali con Brasile, Messico,<br />
Colombia, Argentina, Cile e Perù.<br />
Attualmente, l’amministrazione de<strong>gli</strong> esperti, dei progetti speciali e dell’addestramento<br />
di più di 5.000 stranieri del programma ITEC è sotto il ministero de<strong>gli</strong> Esteri,<br />
mentre il ministero delle Finanze gestisce più di 130 linee di credito – per $4,5 miliardi<br />
circa – estese a 94 paesi. Come in <strong>altri</strong> paesi donatori, anche in India nel 2007 fu proposta<br />
la creazione di un’agenzia indipendente per amministrare e coordinare tutti questi<br />
interventi. Sfortunatamente le resistenze furono tali che alla fine del 2010 la proposta<br />
fu definitivamente abbandonata.<br />
Imprese private indiane, da Tata Motors a Ranbaxy e Infosys sono presenti ovunque<br />
in settori differenti come farmaceutica, IT e auto, dando lavoro a mi<strong>gli</strong>aia di<br />
professionisti con mansioni qualitativamente alte. Altre imprese indiane sempre del<br />
settore IT e servizi IT-enabled hanno creato centri produttivi in sette paesi dell’AL,<br />
con un totale di 11 mila dipendenti.<br />
Quando ad aprile 2010 Beijing smise di acquistare olio di soia dall’Argentina,<br />
come ritorsione per le restrizioni imposte da quest’ultima alle importazioni cinesi,<br />
l’India subito triplicò le sue importazioni di questo prodotto, passando da $606 milioni<br />
nel 2009 a $1,8 miliardi nel 2010. A seguito dello scambio di visite dei ministri<br />
dell’Agricoltura argentino e indiano fu firmato un MOU relativo alla cooperazione<br />
agricola. In Argentina operano 14 imprese indiane, sette delle quali nei settori IT e<br />
dei servizi resi possibili dall’IT (IT-enabled services), dando lavoro a circa 7000<br />
persone, e le altre in vari settori, come farmaceutica, cosmetica e agrochimica.<br />
In Bolivia, la “Jindal Steel & Power” ha iniziato un progetto di $2,3 miliardi nella<br />
miniera di ferro “El Mutún”, il maggiore IDE <strong>della</strong> storia boliviana e il maggiore<br />
di un’impresa indiana in AL. In Trinidad e Tobago, l’“Essar Steel” sta costruendo un<br />
impianto per la fabbricazione annua di 2,5 milioni di tonnelate di acciaio. Già nel 2002<br />
la TCS e l’industria <strong>della</strong> BPO avevano creato un Global Delivery Center in Montevideo<br />
mettendo così l’Uruguay sulla mappa dell’IT globale e dando impiego a un mi<strong>gli</strong>aio<br />
di uruguaiani. Le esportazioni cilene dirette all’India aumentarono di dieci volte<br />
tra il 2003 e il 2007 quando toccarono i $2,2 miliardi. Le due imprese indiane operanti<br />
in Cile – “TCS” e “Evalueserve” – danno lavoro a più di 2000 persone. Anche il Venezuela<br />
ha aumentato enormemente le proprie esportazioni in India.<br />
Ne<strong>gli</strong> ultimi dieci anni l’India ha investito in AL circa $12 miliardi, non solo nei<br />
paesi con grandi mercati, come Brasile e Cile, ma anche in quelli minori come Uruguay<br />
e Bolivia. Nel complesso circa 35,000 latino-americani lavorano per le imprese<br />
indiane nella regione – più <strong>della</strong> metà in IT, BPO e knowledge process outsourcing.