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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e il resto dell’Asia<br />

Con la visita del Primo ministro Singh a Tokyo a ottobre 2008 è cresciuto<br />

l’interesse reciproco dei due paesi a passare dalla collaborazione economica a una<br />

vera e propria cooperazione politica e militare, come dimostra il “Partenariato strategico<br />

e globale” che concerne la cooperazione politica, di difesa e di sicurezza; iniziative<br />

relative a tecnologia e scienza; scambi di persone; e cooperazione in ambito<br />

regionale e multilaterale. L’espansione <strong>della</strong> cooperazione militare riguarda specialmente<br />

quella marittima, il rafforzamento <strong>della</strong> quale è vitale per un Giappone le<br />

cui importazioni di petrolio e gas per il 90% passano attraverso il Golfo di Aden e lo<br />

Stretto di Malacca. I due paesi vo<strong>gli</strong>ono che la loro relazione non sia basata esclusivamente<br />

sul timore di una potenziale minaccia cinese, ma chiaramente la cooperazione<br />

per la sicurezza dischiude nuove opzioni strategiche (Raja Mohan, 2006: 21).<br />

Il CEPA firmato il 16 febbraio 2011 ed entrato in vigore ad aprile prevede che<br />

nei prossimi dieci anni l’India elimini i dazi sul 90% delle sue importazioni dal<br />

Giappone e questo sul 97% delle importazioni dall’India. Entrambi i paesi, inoltre,<br />

ridurranno <strong>gli</strong> ostacoli a<strong>gli</strong> investimenti, a<strong>gli</strong> scambi di servizi e ai movimenti di<br />

professionisti e rafforzeranno la cooperazione per mi<strong>gli</strong>orare la protezione dei diritti<br />

di proprietà intellettuale (in inglese IPR) – l’indice che misura la loro protezione legale<br />

è frattanto leggermente mi<strong>gli</strong>orato, passando da 5,2 nel 2007 a 5,6 nel 2011.<br />

Gli IDE giapponesi sono al sesto posto nel totale di quelli ricevuti dall’India e il<br />

numero delle imprese giapponesi operanti nel paese è aumentato da 243 nell’aprile<br />

2005 a 725 a ottobre 2010, con un valore passato dai $200 milioni circa del 2005 ai<br />

$5,5 nel 2008 e $3,8 miliardi nel 2009. I settori che hanno attratto la maggior parte<br />

de<strong>gli</strong> IDE giapponesi sono auto, apparecchiature elettriche, servizi commerciali e<br />

telecomunicazione. Insieme al CEPA c’è un altro accordo che dovrebbe contribuire<br />

a mi<strong>gli</strong>orare ulteriormente i rapporti indo-giapponesi, il “Civil Nuclear Cooperation<br />

Agreement” che come il primo mira a creare l’essenziale quadro istituzionale per<br />

accelerare e consolidare i rapporti tra i due paesi.<br />

I maggiori progressi sono avvenuti nella sfera economica. Infatti, dopo anni di<br />

ristagno l’interscambio dai $4 miliardi del 2000-01 ha sfiorato <strong>gli</strong> $11 miliardi nel<br />

2009-10 e raggiunto $14,7 miliardi nel 2010, ma le esportazioni giapponesi dirette<br />

all’India ammontano a solo l’1,5% circa del commercio giapponese totale. Grazie al<br />

CEPA il valore de<strong>gli</strong> scambi annuali dovrebbe rapidamente raggiungere i $20 miliardi<br />

e il pesante disavanzo <strong>della</strong> bilancia commerciale indiana dovrebbe ridursi. Le<br />

esportazioni giapponesi includono macchinari elettrici, prodotti metallici, prodotti<br />

chimici, generatori di corrente, mezzi di trasporto, pezzi di ricambio e laminati.<br />

Dall’India il Giappone importa prodotti petroliferi, cibo e animali vivi, minerali metallici<br />

e rottami, foraggio e mangime, minerale ferroso e abbi<strong>gli</strong>amento.<br />

La quota giapponese nel totale de<strong>gli</strong> IDE entrati in India dal 2000 non supera il<br />

4% e solo il 5% di tutti <strong>gli</strong> IDE giapponesi realizzati nel 2009 si è diretto all’India.<br />

Dal 2003 l’India ha ricevuto la quota maggiore de<strong>gli</strong> aiuti allo sviluppo ufficiali (O-<br />

DA) concessi dal Giappone, una quantità che a metà 2010 cumulativamente ammontava<br />

a $3,3 miliardi.<br />

Anche l’“Agreement for Cooperation in the Peaceful Uses of Nuclear Energy”, i<br />

cui negoziati sono iniziati a metà 2010, dovrebbe stimolare i rapporti economici tra i<br />

due paesi, dato che dopo l’accordo raggiunto con <strong>gli</strong> USA, l’India, che punta a ottenere<br />

entro il 2050 un quarto del proprio fabbisogno elettrico dal nucleare, ha aperto<br />

il proprio mercato del nucleare civile il cui valore è stimato pari a $150 miliardi e<br />

quindi interessa imprese giapponesi come Mitsubishi, Hitachi e Toshiba che posseggono<br />

le necessarie tecnologie. Un accordo permetterebbe alle imprese giapponesi di<br />

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