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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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La “grande Potenza povera”<br />

Delle varie componenti che in India contribuiscono al fenomeno povertà 44 , rilevanti<br />

sembrano le seguenti: (i) dall’indipendenza a oggi, la disponibilità pro capite di<br />

cereali è cresciuta solo da 419 a 450 grammi al giorno; (ii) la denutrizione endemica<br />

interessa non meno del 20% <strong>della</strong> popolazione, maggiormente le donne 45 , e il 34%<br />

dei bambini (secondo dati appena pubblicati i bambini malnutriti sono il 46%, un<br />

fatto che il Primo ministro ha definito “una vergogna nazionale”); (iii) l’incidenza<br />

<strong>della</strong> malnutrizione e <strong>della</strong> denutrizione è molto più alta di quella del livello del reddito;<br />

(iv) il deficit di qualche tipo di micronutrienti è comune nella popolazione sia<br />

rurale che urbana; (v) quasi il 50% non ha abbastanza lipidi e il 60% non ha abbastanza<br />

proteine; (vi) la diversificazione del paniere del consumo ha comportato un<br />

ristagno nell’assunzione di calorie da parte di ampie sezioni <strong>della</strong> popolazione ne<strong>gli</strong><br />

anni ’90; e (vii) la povertà è concentrata nelle aree rurali, ma anche nelle città la qualità<br />

dell’alimentazione lascia ancora molto a desiderare e la povertà urbana non è<br />

meno degradante.<br />

Più <strong>della</strong> metà dei poveri è concentrata nei sette stati con il livello di reddito più<br />

basso, e tra le SC e le ST, mentre <strong>gli</strong> stati più ricchi hanno ridotto la povertà a livelli<br />

paragonabili a quelli dei più ricchi paesi dell’America Latina. Il tasso di povertà, urbana<br />

e rurale insieme, che fino a 1974, a livello nazionale, aveva fluttuato annualmente<br />

attorno a una media del 53,3%, cominciò chiaramente a declinare – 51,3% nel<br />

1978, 44,5% nel 1983, 38,9% nel 1988, 36,0% nel 1994 e 27,5% nel 2005 (dati BM<br />

secondo l’LdP nazionale) – riflettendo l’aumento del tasso di crescita del paese.<br />

Dall’inizio de<strong>gli</strong> anni ’80 al 2000 il declino percentuale si tradusse anche in una sostanziale<br />

caduta del numero dei poveri, rispettivamente da 321 a 260 milioni (Panagariya,<br />

2008: 137 Tabella 7.2).<br />

Ma nel 1999-2000 sono state introdotte per la prima volta alcune rilevanti variazioni<br />

nella modalità di raccolta dei dati che crea una discontinuità con le serie precedenti<br />

46 . Se, infatti, si utilizza per il 1999-2000 il costo corrente dei beni acquistati<br />

dai poveri, invece di quello ufficialmente definito, allora è il 75% delle popolazione<br />

rurale che non riesce ad acquisire le 2400 calorie giornaliere ufficialmente stabilite<br />

per questa categoria ed è il 45% di quella urbana che non può ottenere le 2100 calorie<br />

giornaliere per essa fissate (da notare che con un tasso di urbanizzazione del 30% e<br />

una popolazione di 1,2 miliardi, la percentuale <strong>della</strong> popolazione che non riesce a ottenere<br />

la quantità minima di calorie ammonta a quasi 800 milioni, il 67% <strong>della</strong> popola-<br />

44 Secondo la BM, “la povertà è fame. Povertà è mancanza di un tetto. Povertà è essere<br />

ammalati ma non poter consultare un medico. Povertà è non potere andare a scuola e non<br />

saper leggere. Povertà è non avere un lavoro, aver paura del futuro, vivere alla giornata.<br />

Povertà è perdere un bambino a causa di malattie dovute all’uso di acqua non potabile.<br />

Povertà è impotenza e assenza di rappresentanza e di libertà”.<br />

45 La denutrizione femminile si spiega anche con la regola tacita, rinforzata dalla cultura e<br />

dalla religione, secondo la quale <strong>gli</strong> uomini che lavorano mangiano prima, i fi<strong>gli</strong> maschi<br />

dopo e infine, se resta qualcosa, le donne e le fi<strong>gli</strong>e.<br />

46 La misurazione può essere condotta usando norme nutrizionali, cioè spesa giornaliera<br />

pro capite necessaria per acquistare una quantità prefissata di calorie, o calcolando il numero<br />

di persone con un reddito pro capite inferiore a una somma data, il che implica<br />

l’aggiustamento dell’indice dei prezzi alla linea di povertà dell’anno base per ottener<br />

l’attuale LdP. Quando, però, i calcoli vengono eseguiti con un anno base lontano nel tempo<br />

e con un paniere di beni inclusi immutato, diventa difficile interpretare molti de<strong>gli</strong> importanti<br />

cambiamenti strutturali che fanno lievitare la spesa per ottenere almeno un livello<br />

nutrizionale minimo.<br />

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