L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />
ar Non-Proliferation Treaty (NPT), l’India ha firmato accordi anche con Francia e<br />
Russia.<br />
Come terzo produttore al mondo di carbone, e con riserve che sono le quinte al<br />
mondo, l’India ne usa il 70% circa per generare almeno due terzi del proprio fabbisogno<br />
elettrico. La qualità <strong>della</strong> produzione nazionale, che ha luogo essenzialmente<br />
nella parte orientale del paese, è scadente e il prezzo non competitivo con quello importato<br />
dalle aree costiere occidentali e meridionali, importazioni che nei prossimi<br />
anni dovranno necessariamente aumentare, salvo l’India riesca a procurarsi contratti<br />
di lungo periodo per l’importazione di gas naturale. Le attività di estrazione del carbone,<br />
la sua trasformazione in energia e il trasporto di quest’ultima sono probabilmente<br />
le meno efficienti al mondo, nonostante che ne<strong>gli</strong> ultimi cinque anni abbiano<br />
ricevuto investimenti per $130 miliardi, dei quali 45% privati. Il 75% del carbone viene<br />
estratto da miniere a cielo aperto, per cui presenta un alto contenuto di cenere,<br />
l’energia generata è solo il 20% <strong>della</strong> media mondiale e il 40% di quest’energia si<br />
perde durante il trasporto e la distribuzione.<br />
L’estrazione del carbone è un monopolio statale e la distribuzione è in mano a<br />
imprese pubbliche, spesso in bancarotta. Di conseguenza i consumatori finiscono<br />
per pagare il prezzo più alto (in ppa) al mondo e poi subire frequenti e lunghe interruzioni<br />
dell’erogazione di elettricità (Nilekani, 2009: 440-41). L’impresa di stato “Coal<br />
India Limited” controlla la maggior parte delle 390 miniere del paese e i sindacati sono<br />
finora riusciti ad evitare la liberalizzazione del settore. Dato che la produzione locale<br />
è cresciuta dell’8% e la domanda d’energia del 15%, è chiaro che per soddisfare<br />
la domanda interna l’India ha urgente bisogno di un’affidabile fonte di rifornimento di<br />
lungo periodo. La sua maggiore fonte per l’importazione di coking coal è l’Australia,<br />
mentre l’Indonesia lo è per il non-coking coal. Più di $7 miliardi sono stati investiti dal<br />
paese per acquistare miniere di carbone in Australia, Indonesia e Africa<br />
Il consumo di gas naturale sta crescendo in India più di quello del petrolio e il<br />
governo stima che nei prossimi 15 anni la domanda potrebbe raggiungere i 400 milioni<br />
di metri cubici al giorno, quando attualmente la sua produzione si aggira sui 100<br />
milioni. Di conseguenza per soddisfare la domanda dovranno continuare ad aumentare<br />
le importazioni – liquefatto o tramite gasdotti da costruire. Alla crescita delle importazioni<br />
di gas contribuisce anche l’aumento <strong>della</strong> produzione elettrica, settore che<br />
resta il principale consumatore di gas. Fino al 2003 il paese aveva utilizzato solo fonti<br />
interne di gas naturale, ma poi ha dovuto cominciare a importarlo e la dipendenza<br />
da<strong>gli</strong> approvvigionamenti esteri, che ha toccato il 24% nel 2009, non potrà che continuare<br />
a crescere.<br />
Nonostante la scoperta di nuovi depositi di gas naturale nell’area Krisshna-<br />
Godavari nel Golfo del Bengala, queste nuove produzioni contribuiranno solo marginalmente<br />
a chiudere la differenza tra l’offerta e la domanda nei prossimi anni, ma fortunatamente<br />
ampie riserve sono presenti in vari paesi vicini per cui è facile e conveniente<br />
importarlo tramite gasdotti o liquefatto, specialmente da Qatar e Iran che ne<br />
hanno in abbondanza. Con il primo l’India sta negoziando ulteriori contratti, mentre<br />
quello firmato nel 2005 con l’Iran è sospeso perché questo vuole rinegoziarlo. Una<br />
variante all’importazione del gas è stata già messa in atto con Oman ed è in via di<br />
negoziazione con l’Arabia Saudita: joint ventures che usando il gas locale producono<br />
fertilizzanti che il partner indiano acquista per poi rivenderli in India.<br />
Il nuovo terminale per l’importazione di LNG sulla costa occidentale indiana è<br />
proprio il diretto risultato dell’accordo concluso dall’India con Iran e Oman. Inoltre,<br />
l’India mira anche a importare gas naturale dal Myanmar tramite gasdotti, con un<br />
progetto già in marcia e un’impresa di stato indiana che già possiede il 30% delle azioni<br />
di questo deposito.<br />
La situazione indiana e quella cinese sono molto simili: entrambi i paesi hanno<br />
ampie riserve di carbone, che è, però, molto inquinante e di cattiva qualità; entrambi<br />
hanno petrolio, ma non in quantità sufficiente; entrambi hanno dighe e potrebbero<br />
costruirne altre, se il loro costo politico non fosse così alto e crescente; entrambi vor-