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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e i suoi “vicini”<br />

nemmeno esposta ai disastrosi risultati del “grande balzo in avanti” e <strong>della</strong> “rivoluzione<br />

culturale”, carestie incluse. A ogni modo, il reddito pro capite cinese è restato leggermente<br />

inferiore a quello indiano fino a tutti <strong>gli</strong> anni ’80, quando ha cominciato ad<br />

aumentare rapidamente, distanziandolo (Bosworth e Collins, 2008: 46 Graf. 1). Infatti,<br />

tra il 1960 e il 2000 mentre la percentuale <strong>della</strong> popolazione indiana con zero scolarità<br />

passava dal 72 al 43%, quella cinese andava da 56 a 16% (Bosworth e Collins,<br />

2008: 52 Tab. 1). In effetti la Cina ha praticamente eliminato l’analfabetismo tra i giovani<br />

che entrano a far parte <strong>della</strong> forza lavoro (OECD, 2005). L’India ha fatto me<strong>gli</strong>o<br />

nell’istruzione secondaria e terziaria, il che spiega il vantaggio conquistato nel campo<br />

dei servizi scambiati internazionalmente e nell’industria basata sulla conoscenza.<br />

Ne<strong>gli</strong> ultimi anni appare tuttavia evidente che la Cina sta colmando queste differenze,<br />

anche se c’é il rischio che il rapido aumento delle iscrizioni universitarie possa aver<br />

luogo a scapito <strong>della</strong> qualità (Prasenjit Basu, 2005: 31-33). A ogni modo, l’approccio<br />

cinese all’istruzione appare più democratico e meno elitista di quello indiano.<br />

Tabella 2.2 - Percentuale del PIL contribuite dai settori economici. 1991 e 2006<br />

1991 2006<br />

A I S A I S<br />

India 33 27 40 17 28 55<br />

Cina 22 44 34 12 47 41<br />

A = Agricoltura I= Industria S= Servizi<br />

Fonte: Chatterjee, 2008: 12 Tab. 3.<br />

Durante le ultime due decadi del secolo, entrambi i paesi diventarono campioni<br />

mondiale di crescita, ma poiché quella cinese superò del 4% quella indiana si allargò<br />

la distanza tra le due economie. Questo risultato non fu solo dovuto al fatto che la<br />

Cina fu la prima a mettere mano alle riforme, ma specialmente all’alto tasso<br />

d’investimento cinese che continuò a superare quello indiano in media del 10-15%, al<br />

successo delle esportazioni cinesi e all’afflusso di IDE, in gran parte provenienti dalla<br />

diaspora cinese, o overseas Chinese, alla quale vanno quasi due terzi delle esportazioni<br />

del paese. La differenza più significativa tra i due modelli di sviluppo è data dal<br />

peso preponderante dell’industria in Cina (quasi metà del PIL e un quarto<br />

dell’occupazione totale) e quello dei servizi in India (più <strong>della</strong> metà del PIL e più di un<br />

quarto dell’occupazione). Da notare, però, che ultimamente la crescita economica sta<br />

aumentando le disegua<strong>gli</strong>anze (inequalising) in entrambi i paesi. In Cina questo fenomeno<br />

riguarda principalmente le disugua<strong>gli</strong>anze spaziali, mentre in India stanno<br />

diventando più marcate quelle verticali e quelle rurali-urbane.<br />

Se i risultati ottenuti dalla Cina ne<strong>gli</strong> ultimi trent’anni sono indubbiamente straordinari,<br />

il ritmo di crescita recentemente dimostrato dall’India non è meno entusiasmante.<br />

Naturalmente molte differenze continuano a caratterizzare le due economie.<br />

L’India appare più forte in vari settori produttori di servizi, ma il settore manifatturiero<br />

resta debole e l’agricoltura non si presenta in un mi<strong>gli</strong>ore stato. La crescita cinese si<br />

presenta invece più bilanciata, me<strong>gli</strong>o integrata nell’economia globale con un tasso di<br />

risparmio sul 40% e un forte afflusso di capitali privati dall’estero che garantiscono<br />

una più che sufficiente accumulazione di capitale (Bosworth e Collins, 2008: 63-64).<br />

Ma anche sul piano sociale la Cina si presenta me<strong>gli</strong>o dell’India. Come illustrato<br />

dalla Tabella 2.3, la Cina è in vantaggio in tutti e quattro <strong>gli</strong> indici usati dall’ADB per<br />

misurare lo sviluppo sociale.<br />

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