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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e il resto dell’Asia<br />

hanno deciso di continuare a considerare la cooperazione trilaterale e recentemente<br />

hanno annunciato l’intenzione di istituire un dialogo trilaterale sulla sicurezza regionale<br />

e globale al livello di sottosegretari di stato per discutere questioni come sicurezza<br />

marittima, assistenza umanitaria e associazione economica regionale (Curtis et<br />

al., 2011). Essi condividono già molti interessi, che aumenteranno con lo sviluppo<br />

economico e col mutare dell’<strong>equilibri</strong>o di potere nell’area indo-pacifica, dove per la<br />

prima volta nella storia dell’Asia sono emersi contemporaneamente tre potenti e assertivi<br />

stati, cioè Cina, India e Giappone, per cui, osserva Emmott (2008: 10), “è in atto<br />

una nuova partita del potere, nella quale tutti, temendo le conseguenze, cercano di essere<br />

il più possibile amici di tutti, un’amicizia che, però, è solo a fior di pelle”.<br />

Col Giappone l’India non ha alcun problema e si rende conto delle ragioni legali<br />

e strategiche per le quali è difficile affrontare la questione nucleare, ragioni che però<br />

non hanno impedito a Tokyo di riconoscerle lo status di grande potenza, particolarmente<br />

nella regione dell’Oceano Indiano. I due paesi non vo<strong>gli</strong>ono partecipare a una<br />

coalizione contro la Cina, ma preferiscono trattare a proprio nome le questioni bilaterali<br />

restando, invece, uniti per fronteggiare una Cina assertiva senza, però, apparire<br />

i junior partners de<strong>gli</strong> USA.<br />

Alla fine, però, l’atteggiamento del Giappone nei confronti dell’India dipenderà<br />

essenzialmente dallo stato delle sue relazioni con la Cina, perché è questa che continua<br />

a rappresentare l’interesse centrale <strong>della</strong> politica estera giapponese (Sikri, 2009:<br />

125), mentre Beijing continua a opporsi alla riorganizzazione dell’UNSC in modo<br />

da tenerne fuori entrambi.<br />

3.2 LE DUE COREE E LA MONGOLIA<br />

Anche la Corea del Sud, o me<strong>gli</strong>o il suo settore industriale, sta manifestando interesse<br />

per l’India, dove molte sue imprese si sono ben posizionate nel mercato automobilistico,<br />

in quello <strong>della</strong> linea bianca e in quello delle telecomunicazioni, stanno cercando<br />

di entrare nel settore siderurgico e dell’ITT, e, infine, usano l’India come un<br />

hub manifatturiero globale per servire i mercati in Asia e altrove. Allo stesso tempo,<br />

le imprese indiane stanno comprando imprese sudcoreane.<br />

Il CEPA firmato a Seoul ad agosto del 2009 ed entrato in vigore il 1° gennaio<br />

2010 per ridurre o eliminare i dazi sulle importazioni per un’ampia gamma di beni<br />

nei prossimi otto anni e per facilitare <strong>gli</strong> investimenti e lo scambio di servizi, ha subito<br />

dimostrato di quanto le relazioni economiche tra i due paesi possano crescere<br />

quantitativamente e qualitativamente. Infatti, l’interscambio, che era stato pari a $2,5<br />

miliardi nel 2001, ha raggiunto i $20,5 miliardi nel 2001 – $12,7 miliardi di importazioni<br />

e $7,9 miliardi di esportazioni – con un disavanzo di quasi $5 miliardi per<br />

l’India. In otto anni i dazi sulle importazioni indiane di parti di auto devono passare<br />

dal 12,5% all’1%, mentre per i servizi l’India ha promesso di aprire alle imprese sudcoreane<br />

il mercato delle telecomunicazioni, quello medico e quello <strong>della</strong> pubblicità.<br />

Gli investimenti sudcoreani in India ammontano a $3,3 miliardi – 84% nel manifatturiero,<br />

7% nel commercio e 4% nel settore finanziario e assicurativo – e quelli indiani<br />

nella Corea del Sud a circa $1 miliardo. Le imprese sudcoreane possono investire<br />

nei settori alimentare, tessile, abbi<strong>gli</strong>amento, chimico, metalli e macchinari e<br />

possono aprire succursali. Le maggiori imprese sudcoreane che operano in India sono:<br />

Hyundai Motor, Samsung Electronics, LG Electronics, Hyundai Mobis, Wia<br />

Corporate, Doosan Heavy Industries, Lotte Group e altre 150 imprese minori. La<br />

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