L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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La “grande Potenza povera”<br />
(Jha. 2010: 421 e 426-27). Questo ceto medio “è privo di coscienza sociale, non ha<br />
alcun riguardo per chi sta peggio e nessuna visione globale <strong>della</strong> società. È senza<br />
radici e senza alcuna inclinazione né per le proprie tradizioni né per le tradizioni occidentali.<br />
È culturalmente ed economicamente insicuro e propenso al panico” (Parekh,<br />
2009: 97). In realtà, spiega Rajan (2008), “l’intero sistema burocratico per la<br />
fornitura di beni pubblici è prevenuto contro l’accesso dei poveri. I negozi destinati<br />
alla fornitura delle razioni non lo fanno oppure truffano su quantità e qualità; <strong>gli</strong> insegnanti<br />
non si presentano in classe, la polizia non registra i reati o le usurpazioni,<br />
specialmente quelli dei ricchi e potenti; <strong>gli</strong> ospedali pubblici mancano di personale, le<br />
banche del settore pubblico non vo<strong>gli</strong>ono prestare…ecc. Ma qui è dove agisce il politico<br />
locale. Malgrado che i poveri non abbiano i soldi per comprasi i servizi che è loro<br />
diritto ricevere o per corrompere il pubblico impiegato, essi hanno però il voto che il<br />
politico vuole. Quest’ultimo mi<strong>gli</strong>ora leggeremente la vita dei suoi poveri che lo ricambiano<br />
con il loro voto, ma proprio per questo e<strong>gli</strong> non è interessato a cambiare la<br />
situazione”. In effetti, il sistema elettorale, e quindi la democrazia indiana, “si fonda<br />
sul corrotto meccanismo di distribuzione di beni pubblici e sulla scarsità di posti di lavoro<br />
credibili”. Invece di offrire carità e paternalismo statale, Rajan suggerisce di<br />
“spezzare la catena che spinge l’India verso una crescente concentrazione di ricchezza<br />
e potere, e di corruzione”, sostituendo la distribuzione dei beni pubblici con il versamento<br />
di un sussidio monetario che attribuirebbe a ogni povero il potere economico<br />
con il quale ottenere dal settore privato i beni cui ha diritto e la propria dignità.<br />
Crescono anche le disparità territoriali in quanto cinque stati dell’area centro orientale<br />
– Bihar, Orissa, Madhya Pradesh, Rjasthan e Uttar Pradesh che insieme rappresentano<br />
il 38% <strong>della</strong> popolazione totale – presentano indicatori di sviluppo, incluso<br />
il reddito pro capite, costantemente inferiori alla media nazionale. Stati a reddito<br />
medio sono Kerala, Tamil Nadu, Andhra Pradesh, Karnataka e Bengala occidentale,<br />
mentre Gujarat, Haryana, Maharashtra, Punjab e Goa hanno i redditi più alti<br />
del paese. Ma la cosa più importante è che mentre fino a<strong>gli</strong> anni ’80 il tasso di crescita<br />
restava abbastanza omogeneo, con l’inizio dell’era delle riforme <strong>gli</strong> squilibri tra i vari<br />
stati hanno preso a divergere, in alcuni molto marcatamente – come nel caso del Maharashtra<br />
e del Gujurat –, perché le riforme varate al centro non sempre sono state recepite<br />
completamente da<strong>gli</strong> stati o sono state applicate con maggiore o minore diligenza.<br />
Il risultato è che sei stati – Maharashtra, Uttar Pradesh, Andhra Pradesh, Gujarat e<br />
Bengala occidentale – producono la metà del PIL nazionale. Inoltre, in tre stati del<br />
nordest – Orissa, Bihar e Uttar Pradesh – nonostante “abbiano abbracciato senza riserve<br />
il progetto neoliberista” il divario con il resto dell’Unione si è maggiormente allargato,<br />
perché il tasso di crescita è rimasto molto basso e le disegua<strong>gli</strong>anze sociali si sono<br />
notevolmente acuite (Adduci, 2009: 117) 59 . È difficile, quindi, non considerare le<br />
ricadute sociali profondamente diseguali del processo di crescita indiano.<br />
Le ricadute sociali di un processo di crescita profondamente diseguale come<br />
quello indiano sono evidenziate dai dati del WFO (2008) che dimostrano quanto ancora<br />
resti da fare per sconfiggere la rampante e diffusa denutrizione <strong>della</strong> popolazione<br />
indiana. Quasi il 46% dei bambini al di sotto dei tre anni è sottopeso, tra il 22-<br />
30% di essi lo sono già alla nascita, il 45% sono rachitici e il 79% di quelli tra i 6 e i<br />
59 Solo all’inizio del 2011 lo stato dell’Orissa ha abolito il detestabile “Bartan System”, secondo<br />
cui chi appartiene a una casta superiore può costringere una persona di casta inferiore<br />
a diventare suo domestico a vita per il miserabile compenso di 15 chili di riso l’anno.<br />
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