L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />
Il volume dell’interscambio e dei flussi d’investimenti tra le due aree è rimasto relativamente<br />
basso se paragonato a quello di <strong>altri</strong> “dialogue partners” dell’ASEAN, ma tra<br />
il 1993 e il 2010 l’interscambio ASEAN-India è cresciuto da $2,9 miliardi a $55,4 miliardi,<br />
pari al 2,7% del commercio totale dell’ASEAN. L’India è, quindi, il settimo partner<br />
commerciale e il sesto investitore dell’ASEAN. Il vertice ASEAN-India dell’ottobre<br />
2010 ha riaffermato l’impegno di portare l’interscambio a $70 miliardi entro il 2012 e di<br />
negoziare un accordo quadro per arrivare rapidamente a un’“ASEAN-India Regional<br />
Trade and Investment Area”. Con la liberalizzazione di oltre il 90% delle merci scambiate,<br />
inclusi i cosiddetti “prodotti speciali”, come olio di palma, caffè, tè nero e pepe, questa<br />
costituirebbe una delle maggiori ALS – un’area di circa 1,8 miliardi di persone con<br />
un PIL totale di $2,8 trilioni. Frattanto l’India, che nell’agosto 2009 ha firmato<br />
l’“ASEAN-India Trade in Goods Agreement”, entrato in vigore il 1° gennaio 2010, si<br />
augura anche di incrementare i legami politici e di sicurezza, tramite esercitazioni militari<br />
congiunte e cooperazione non tradizionale per la sicurezza, e veder fiorire la sua influenza<br />
culturale nella regione e nell’Asia-Pacifico.<br />
La particolare attenzione rivolta all’Indonesia e al Giappone è dovuta al sostegno<br />
che questi paesi danno ai programmi spaziali e allo sviluppo industriale indiano, alla<br />
stabilità che essi rappresentano rispetto ai più aleatori e mutevoli rapporti con Beijing<br />
e, infine, alla decisione presa finalmente dall’India di adoperarsi per la trasformazione<br />
del subcontinente. In effetti, quello dell’“l’unità asiatica” fu un tema caro al movimento<br />
indipendentista che, insieme con quello <strong>della</strong> “Eastern Federation” dominò, come<br />
ricorda Mohan Raja (2008: 30), la diplomazia indiana ne<strong>gli</strong> anni ’50, prima cioè che la<br />
Guerra fredda, i conflitti tra i paesi asiatici e la perseguita autosufficienza socialista<br />
riducessero drasticamente la possibilità di una cooperazione economica con i paesi vicini.<br />
L’India è interessata al sudest asiatico, quindi, non solo per ragioni economiche e<br />
commerciali, ma perché vuole cooperare a rimo<strong>della</strong>re la mappa strategica <strong>della</strong> regione<br />
tramite un’attiva partecipazione alle deliberazioni dell’ARF.<br />
* * *<br />
In realtà, New Delhi aveva cominciato riducendo o eliminando le proprie barriere<br />
commerciali per tutti i potenziali partner, ma poi è stata presa dalla diffusa tendenza<br />
a sottoscrivere accordi per la creazione di preferential trade areas (PTA) che<br />
diventano zone di libero scambio (ZLS) quando si concorda di eliminare tutti o quasi<br />
tutti <strong>gli</strong> ostacoli allo scambio tra un determinato numero di paesi, cioè dei discriminatori<br />
blocchi commerciali, che frammentano il mercato globale.<br />
L’India ha sottoscritto de<strong>gli</strong> ALS con Sri Lanka e Singapore e PTA con Cile,<br />
Mauritius, con l’ASEAN e il Mercosur 13 , mentre sta negoziando PTA con Cina,<br />
South African Costums Union, Corea del Sud e Giappone. Con <strong>gli</strong> USA e l’UE è<br />
finora riuscita ad evitare che ne<strong>gli</strong> accordi commerciali o su<strong>gli</strong> investimenti si inserissero<br />
clausole relative al rispetto dei diritti umani e <strong>della</strong> democrazia, cioè i cosid-<br />
13 I membri del Mercosur sono Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, mentre il Venezuela<br />
è stato invitato a diventare membro a pieno titolo dell'organizzazione nel 2006, per<br />
cui partecipa ai vertici – l’ultimo è stato quello di dicembre 2011 – e a certe attività<br />
dell’organizzazione, ma il processo di ratifica non è ancora stato completato a causa<br />
dell’opposizione del Senato del Paraguay. I paesi che partecipano come osservatori sono<br />
Bolivia e Cile dal 1996, Colombia ed Ecuador dal 2004 e Perù dal 2003.