L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />
stato aperto, la lista delle merci commerciabili è troppo breve, la regolamentazione e<br />
le restrizioni eccessive. Proprio l’aumento del commercio frontaliero ha costituito<br />
oggetto di discussione alla terza riunione del Comitato commerciale congiunto indobirmano<br />
a ottobre del 2008. Nel 2003 fu istituito un “Trade Committee” congiunto<br />
per lavorare all’espansione dei rapporti economici e commerciali tra i due paesi, fu<br />
firmato un accordo di cooperazione sull’Information Communication Technology<br />
(ICT), fu aperta una linea di credito di $25 milioni per facilitare le esportazioni e a<br />
novembre l’India offrì una linea di credito di $57 milioni per mi<strong>gli</strong>orare la rete ferroviaria<br />
del paese. Chiaramente, fino a quando il Bangladesh non sarà disponibile a<br />
cooperare con l’India, l’unico altro sbocco del nord-est indiano resta Myanmar, anche<br />
se alla stazione di frontiera di Moreh nel Manipur, attualmente la sola aperta,<br />
dovrebbero affiancarsene altre.<br />
L’apertura del governo di Myanmar all’India mostra che è sba<strong>gli</strong>ato credere che<br />
questo sia un piccolo paese, politicamente isolato ed economicamente e geograficamente<br />
marginale, un “anello mancante” tra Cina e India 38 . Senza un valido contrappeso,<br />
esso è, però, inesorabilmente destinato a cadere nella zona d’influenza <strong>della</strong><br />
Cina che così potrebbe evitare lo Stretto di Malacca per i suoi rifornimenti energetici.<br />
Infatti, proprio per questo la Cina sta costruendo un nuovo porto, oleodotti, gasdotti<br />
e strade che le permetteranno di accedere, per la prima volta, al Golfo del<br />
Bengala, un nuovo itinerario per almeno il 20% delle sue importazioni petrolifere.<br />
Inoltre, sono innumerevoli le dighe che i cinesi stanno costruendo sui fiumi birmani<br />
per generare elettricità da utilizzare nello Yunnan.<br />
È anche possibile che Myanmar diventi esso stesso un produttore di petrolio se,<br />
come alcuni esperti credono, la cintura petrolifera dell’Assam si estende nella parte<br />
settentrionale del paese. La zona è quindi molto importante per la sicurezza energetica<br />
dell’India che finora ha fatto poco per sviluppare questo potenziale, compreso lo<br />
sfruttamento delle risorse energetiche birmane che estrae nel Golfo del Bengala e,<br />
non avendo una propria pipeline, deve rivendere alla Cina. Anche Beijing è interessata<br />
a costruire un gasdotto per portare il gas offshore in Cina e a sviluppare una serie<br />
di porti nell’Arakan occidentale, vicino a un complesso petrolchimico.<br />
Frattanto, si stanno progettando molte strade per connettere l’India al Myanmar e<br />
oltre, come i progetti Rhi-Tidim e Rhi-Falam o quello trilaterale Moiwa-Chindwin-<br />
Thailandia, e il progetto 2000MW del fiume Tamanthi nella regione di Chindwin che<br />
potrebbe risultare un’importante cooperazione idroelettrica. Una volta completato<br />
l’“Est-West Economic Corridor” tra il porto di Da Nang in Vietnam e il porto di Mawlamyine<br />
in Myanmar, il Mar Cinese Meridionale sarà collegato al Golfo del Bengala.<br />
Anche i MOU che vertono su questioni criminali sono di notevole aiuto per affrontare<br />
i problemi legati all’insurrezione del nordest indiano. In realtà, questa cooperazione<br />
va avanti da parecchi anni ma Myanmar non sembra molto interessato a<br />
entrare in conflitto con questi gruppi bene armati, preparati e determinati. Nel 1995<br />
ci fu un’operazione militare congiunta indo-birmana contro insorti che stavano da<br />
ambo i lati del confine tra i due paesi, operazione che non si ripeté più, perché India<br />
e Myanmar considerano il problema in modo differente a seconda del tipo di insorti<br />
e hanno differenti priorità nell’affrontarlo. Durante la sua visita in India ad aprile del<br />
38 Myanmar ha una popolazione che supera i 60 milioni di persone, copre un’area maggiore<br />
di quella <strong>della</strong> Francia, contiene varie etnie, molte in armi contro il governo centrale, una<br />
delle quali – la Wu State Army – controlla un territorio delle dimensioni del Belgio.