L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />
Il superamento del tasso “coloniale” dell’1,25% non fu dovuto solo al crescente<br />
tasso d’investimento – che durante il periodo considerato passò da 9,7% del PIL a<br />
14,1% – o alla politica fiscale espansiva durante i primi anni del terzo piano, ma soprattutto<br />
al fatto che l’India aveva ereditato una burocrazia e un potere giudiziario<br />
abbastanza onesti ed efficienti, alla forte leadership di Nehru e alla presenza di una<br />
buona classe imprenditoriale. Inoltre, all’aumento dei controlli non corrispose subito<br />
quello <strong>della</strong> capacità di controllare, l’importazione di macchinari era scarsamente<br />
negata, e, infine, la crescita fu parzialmente sostenuta da prestiti esteri e politiche<br />
fiscali espansive per aumentare <strong>gli</strong> investimenti pubblici (Panagariya, 2008: 44-45).<br />
Sfortunatamente, le politiche di Nehru non riuscirono nemmeno a scalfire la povertà<br />
del paese, mentre la forte crescita <strong>della</strong> popolazione e la debole crescita del PIL facevano<br />
lievitare il numero dei poveri.<br />
Privilegiando l’industria pesante, cioè quella per la produzione di beni capitali,<br />
Nehru trascurò l’industria dei beni di consumo, l’agricoltura – dove viveva, o me<strong>gli</strong>o<br />
cercava di sopravvivere, la maggior parte dei poveri – e le esportazioni. Se era questo<br />
il modello cui veniva affidata la costruzione di un’India sovrana e potente, questo<br />
era anche il modello che rifletteva la logica economica del tempo, in pratica una<br />
versione aggiornata del nazionalismo economico.<br />
Meno facile è capire perché anche l’istruzione primaria venne completamente<br />
ignorata, salvo accettare la spiegazione di Myron Weiner (The Child and the State in<br />
India, Princeton, Princeton U.P., 1991, cit. Kohli, 2006: 8) secondo il quale la trascuratezza<br />
“rifletterebbe la mentalità esclusivista delle élites delle caste alte indiane”<br />
e la radicata convinzione che saper leggere e scrivere fosse un privilegio di certe caste.<br />
“Ironicamente, aggiunge Bahl (2010: 206), alcuni problemi dell’India derivano<br />
proprio dalla priorità assoluta assegnata dall’aristocratico Nehru alla politica<br />
dell’istruzione orientata all’eccellenza”, un obiettivo perseguito anche fornendo quasi<br />
gratuitamente l’istruzione superiore a ricchi e poveri, ma dimenticando<br />
l’educazione delle masse, nonostante che la Costituzione avesse decretato che<br />
l’istruzione primaria fosse universalizzata entro i primi dieci anni dall’indipendenza<br />
2 . Oltre alla mancanza di fondi, costruire una nazione attraverso l’istruzione<br />
divenne impossibile quando si permise a<strong>gli</strong> stati l’insegnamento nelle lingue regionali.<br />
Una volta che l’istruzione divenne materia di competenza de<strong>gli</strong> stati, il ruolo<br />
dell’autorità centrale di fissare standard e regole uniformi si ridusse moltissimo. Il<br />
risultato fu che salvo i fi<strong>gli</strong> con i genitori più poveri e analfabeti, tutti <strong>gli</strong> <strong>altri</strong> abbandonarono<br />
le scuole governative. Due terzi dei bambini che non frequentano sono<br />
concentrati in sei stati del nord: i BIMARU più Andhra Pradesh e Bengala occidentale,<br />
e ancora nel 2005 un quarto dei bambini al livello più alto <strong>della</strong> scuola primaria<br />
aveva già nel 2005 abbandonato completamente la scuola (Nilekani, 2009: 176-77,<br />
180, 182 e 190). La recente crescita economica sta convincendo la gente che una<br />
2 Con la fine <strong>della</strong> coalizione che ha governato l’India nei primi decenni<br />
dell’indipendenza, “la politica <strong>della</strong> casta” ha causato instabilità, che ha finora impedito<br />
una crescita endogena dell’istruzione, e lotta per beneficiare delle politiche di affirmative<br />
action per accedere all’istruzione superiore, anche se poi non sempre le posizioni offerte<br />
sono state occupate. L’accento posto sull’istruzione d’alto livello ha, inoltre, “fatto dimenticare<br />
<strong>gli</strong> enormi problemi a livello primario e secondario, che la più parte de<strong>gli</strong> studenti e<br />
delle studentesse devono affrontare prima di arrivare alle porte dell’istruzione superiore”<br />
(Cobalti, 2010: 237).