L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />
più eventuali fondi per il porto di Pasni a est di Gwadar. Beijing ha anche investito<br />
nella costruzione <strong>della</strong> strada che collega Gwadar con l’autostrada del Karakoram,<br />
un progetto difficilmente realizzabile senza il non facilmente ottenibile coinvolgimento<br />
dei gruppi politici e sociali del Belucistan 17 .<br />
Infine, “un collasso dell’intero sistema pakistano…trasformerebbe l’intero ‘cuneo<br />
de<strong>gli</strong> Stan’…in una no go area e la SCO [“Shanghai Cooperation Organisation”]<br />
in un’organizzazione di contenimento sanitario” (Nella e Politi, 2009: 137).<br />
L’instabilità generata dal collasso del Pakistan si estenderebbe ben oltre i confini del<br />
paese e metterebbe a serio repenta<strong>gli</strong>o <strong>gli</strong> interessi economici e la sicurezza cinesi.<br />
Il Pakistan è una potenza nucleare con severi problemi interni 18 , rappresenta un<br />
importante elemento nella politica e nelle questioni di sicurezza afgane ed è determinante<br />
per l’esito delle politiche americani in Afghanistan, tanto che per sottolineare<br />
la stretta connessione che esiste tra questi due paesi è stato coniato il termine “AfPak”.<br />
La stabilità del Pakistan, rappresenta una forte preoccupazione per Washington<br />
come per Beijing che devono entrambi tener conto delle complesse interazioni<br />
tra i governi pakistano e afgano e <strong>gli</strong> elementi terroristici che operano nei due paesi.<br />
Per questo Beijing non può irritare il Pakistan agendo direttamente su<strong>gli</strong> insorgenti<br />
afgani che potrebbero avere legami con Islamabad, né può imporre a questa di agire<br />
contro gruppi terroristici interni. Inoltre, le politiche di Beijing verso l’AfPak devono<br />
tenere conto de<strong>gli</strong> interessi cinesi nella più vasta area costituita dall’Asia centrale<br />
e meridionale, complessa e turbolenta, ma ricca di risorse naturali, un’area etnicamente<br />
diversa che confina con le province cinesi meno sviluppate e più difficili da<br />
amministrare. Per questo, Beijing mira a stabilire solidi legami e cooperazione con<br />
tutte le capitali ed entità economiche dell’area che va dall’India all’Uzbekistan, tramite<br />
accordi bilaterali o organizzazioni multilaterali, come la SCO, cercando di evitare<br />
che la questione AfPak e le politiche messe in atto in Afghanistan e in Pakistan<br />
minaccino o complichino le altre relazioni con quella che comincia a considerare la<br />
propria sfera d’influenza Myanmar, Bangladesh, Sri Lanka, Nepal 19 , Buthan e ultimamente<br />
le Maldive). Chiaramente, poiché Washington svolge un ruolo centrale<br />
nella questione AfPak, Beijing deve evitare, senza darne l’impressione né direttamente<br />
né indirettamente, che questa diventi la ragione per una duratura e considere-<br />
17 Landi (2007: 155-56) fa notare che “grazie a Gwadar c’è una “oggettiva” convergenza<br />
tra la NATO, impegnata militarmente in Afghanistan, e la Cina”, perché quest’ultima è<br />
tanto interessata alla stabilità del Pakistan quanto la NATO per la quale rappresenta<br />
l’alleato indispensabile nella guerra contro i Talebani in Afghanistan. Inoltre il Pakistan<br />
ha ordigni nucleari che è nell’interesse di tutti che non cadano nelle mani di un governo<br />
filo-alqaedista o de<strong>gli</strong> stessi Talebani. Anche la Cina avrebbe molto da perdere se in Afghanistan<br />
si installasse un governo Talebano.<br />
18 La violenza etnica nelle provincie del Sindh e del Belucistan mostrano che malgrado<br />
l’omogeneità religiosa, differenze culturali intracomunitarie hanno creato profonde divisioni<br />
nella società pakistana.<br />
19 L’India ha sempre considerato il Nepal uno stato cuscinetto, perché la separa dalla Cina,<br />
e su di esso ha sempre esercitato una notevole influenza. Fino a qualche anno fa<br />
l’influenza cinese era ridotta, ma la situazione è cambiata in seguito alla trasformazione<br />
dei ribelli maoisti nel maggior partito nepalese (40% dei membri del Parlamento), il che<br />
ha spostato l’<strong>equilibri</strong>o a favore <strong>della</strong> Cina. New Delhi è ora decisamente schierata con il<br />
fronte anti-maoista che è tornato al governo l’anno passato, ma è incapace di imporre la<br />
propria autorità, mentre il processo di pace, con il cessate il fuoco, è sul punto di interrompersi<br />
(TE, 18.09.2010).