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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e l’Europa<br />

– di aerei da trasporto multiuso e di centri di ricerca congiunti per metalli non ferrosi,<br />

tecnologie biomediche, acceleratori e lasers. Da parte indiana, l’ONGC nel 2001<br />

investì con successo nel progetto Sakhalin-I, il cui greggio cominciò ad arrivare via<br />

mare alla fine 2006. L’India vorrebbe continuare a investire nel settore upstream di<br />

petrolio e gas, ma il rafforzamento del legame con Washington potrebbe avere ricadute<br />

negative su questo progetto. Frattanto, la “Roskosmos” (agenzia spaziale federale<br />

russa) e il Dipartimento Spaziale Indiano si sono accordati sul progetto Chandrayaan<br />

per la ricerca e l’esplorazione lunare (Sideri, 2009: 132), la cui prima missione<br />

senza equipaggio è iniziata con il lancio del 22 ottobre 2008 ed è terminata ad<br />

agosto 2009. Anche “YouthSast” è un progetto satellitare indo-russo per lo studio di<br />

stelle e atmosfera, il cui primo satellite è stato messo in orbita il 20 aprile 2011.<br />

Durante la visita in India a fine dicembre 2010, il Presidente russo Medvedev ha<br />

incassato contratti per decine di miliardi di dollari e ottenuto l’impegno di raddoppiare<br />

l’interscambio a $20 miliardi in cinque anni, ma ha a sua volta concesso che il<br />

“Sukhoi”, caccia di quinta generazione per il quale New Delhi pagherà $25 miliardi,<br />

venga sviluppato congiuntamente.<br />

Mosca considera l’India e la Cina importanti partner per costruire un mondo multipolare<br />

e l’ipotesi di una cooperazione tripartita Cina-India-Russia per controbilanciare<br />

la preminenza americana ha portato alla nascita del vertice tra i tre leader che dal 2005<br />

si ripete annualmente, malgrado finora i risultati non siano stati entusiasmanti 6 . New<br />

Delhi continua, però, a vedere con preoccupazione il contributo russo al rafforzamento<br />

<strong>della</strong> potenza militare cinese. Fortunatamente, India e Russia non hanno nessun diretto<br />

conflitto d’interessi e condividono definizioni e approcci a questioni vitali come multipolarismo,<br />

controterrorismo e cooperazione per lo sviluppo <strong>della</strong> tecnologia nucleare.<br />

Tutto ciò rafforza i loro legami militari e strategici, legami che, però, potrebbero essere<br />

messi in crisi dall’intesa indo-americana (Jain, 2008: 128-29).<br />

6 Il primo vertice di questi tre paesi ebbe luogo nel 2002, ma era dal 2000 che importanti<br />

leader russi formulavano l’idea di un triangolo strategico, o “cooperazione trilaterale”,<br />

come la chiamò l’allora Primo ministro russo Yevgeny Primakov che fu il primo a proporre<br />

l’idea durante la sua visita a New Delhi nel 1998, proposta che fu subito definita<br />

“coalizione anti-egemonica” da S. Huntington (‘The Lonely Superpower’, Foreign Affairs,<br />

78, 2, marzo-aprile 1999). I tre paesi presentano identità di vedute su molte questioni<br />

internazionali, inclusi terrorismo, Iraq, MO, ruolo dell’ONU, non proliferazione e sicurezza<br />

regionale. Allo stesso tempo, però, esistono forti, se non più forti, fattori che impediscono<br />

l’evoluzione di questa convergenza in un partenariato strategico trilaterale. Il più<br />

difficile ostacolo a un tale sviluppo è proprio il rapporto bilaterale sino-indiano in quanto<br />

la realtà <strong>geopolitica</strong> dell’Asia rende estremamente difficile, se non impossibile, che i due<br />

paesi possano veramente cooperare. Anche la debolezza del rapporto indo-russo è chiaramente<br />

rappresentata dallo scarso intercambio commerciale e dalla diversificazione che<br />

New Delhi sta operando nel settore <strong>della</strong> difesa. È, inoltre, difficile che Russia e Cina<br />

possano alla lunga evitare il confronto geopolitico, perché quest’ultima potenzialmente<br />

rappresenta la maggiore minaccia alla sicurezza russa. Ma forse il principale ostacolo al<br />

consolidamento del triangolo deriva da<strong>gli</strong> speciali rapporti che Washington è riuscita a<br />

creare con ciascuno di questi paesi che, in effetti, attribuiscono un’alta priorità ai legami<br />

con <strong>gli</strong> USA. Per questo Pant, che tratta ampliamente questo “triangolo strategico” (2008:<br />

39-62), conclude che la possibilità di realizzarlo è molto bassa. Ad ogni modo, al vertice<br />

trilaterale del maggio 2008 è stato invitato anche il Brasile<br />

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