L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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L’India e i suoi “vicini”<br />
dionale. E per l’India è chiaramente impossibile arrivare a un compromesso con<br />
l’islam radicale che, facendo leva sui mussulmani restati, ne minaccia l’unità.<br />
Mentre in India la partition ha certamente creato “traumi profondi ma non ha<br />
cancellato l’identità indiana”, anzi l’ha rafforzata, l’identità del Pakistan, una costruzione<br />
del tutto nuova, è “fondata solo sulla comune appartenenza religiosa … sovrapposta<br />
ad un territorio privato del suo legame storico con il resto del subcontinente”.<br />
L’idea che il Pakistan dovesse essere creato per offrire una patria ai mussulmani<br />
indiani era sba<strong>gli</strong>ata per due ragioni: (i) implicava che in India essi fossero<br />
minacciati, quanto oggi è chiaro che quelli restati sono liberi e non stanno peggio<br />
che in Pakistan; e (ii) consegnava lo stato nelle mani dell’Islam, generando estremismo<br />
e rischio di teocrazia. D’altra parte, però, “il collante religioso non era … un<br />
fattore identitario sufficiente per una popolazione che, a parte questo tratto comune,<br />
era diversa in moltissimi aspetti, a volte quasi in tutto”. Di conseguenza, il Pakistan<br />
“non ha avuto altra alternativa che quella di definirsi ‘contro’… una dimensione identitaria<br />
antagonistica, che presupponeva l’esistenza di una minaccia e di un nemico.<br />
L’India, appunto” (Armellini, 2008: 244). Enfatizzando il pericolo che questa<br />
rappresenta, i militari pakistani sono riusciti mantenere il potere per più di mezzo<br />
secolo e ad appropriarsi del 17% circa di tutti i fondi pubblici, in pratica senza alcun<br />
controllo da parte delle autorità civili, mentre alla pubblica istruzione è destinato solo<br />
l’1,2% del bilancio.<br />
Nato con un territorio diviso in due tronconi tra i quali si estendeva l’India, la vita<br />
del Pakistan non poteva essere più precaria e ancor oggi la sua identità è essenzialmente<br />
quella di “controstato”, o contrapposizione, rispetto all’India, il che spiega<br />
la centralità assuntavi dai militari e la politica estera adottata (Rothermund, 2007:<br />
90-91). Dopo aver proclamato la Repubblica islamica nel 1956 – il 95% <strong>della</strong> popolazione<br />
si professa musulmana, di cui il 75% sunnita – già nel 1958 i militari assunsero<br />
il potere, abrogarono la costituzione, dichiararono la legge marziale e instaurarono<br />
una “democrazia guidata”, naturalmente da loro 1 . La parentesi democratica<br />
1973-77 fu di nuovo chiusa con il rovesciamento del governo da parte dei militari<br />
che ristabilirono la legge marziale e sostennero l’integralismo islamico. Nel 1988<br />
iniziò il breve governo di Benazir Bhutto, fi<strong>gli</strong>a di Ali Bhutto impiccato dai militari.<br />
Le elezioni del 1990 portarono al governo Mohammad Nawaz Sharif, scontro con<br />
<strong>gli</strong> integralisti sull’imposizione <strong>della</strong> supremazia <strong>della</strong> legge islamica, elezioni anticipate<br />
nel 1993 e ritorno al potere di Benazir Bhutto fino al 1997 quando fu destituita<br />
e spedita in esilio. Ritornò Nawaz Sharif, ma nel 1999 con un colpo di stato il generale<br />
Pervez Musharraf s’impossessò di nuovo del potere che mantenne fino al<br />
2008. Benazir Bhutto fu assassinata nel 2007 e dopo le elezioni del 2008 suo marito<br />
Asif Ali Zardari è diventato Presidente <strong>della</strong> Repubblica. Dal 1998 la sharia (legge<br />
coranica) e la sunna (tradizione islamica) sono le leggi supreme dello stato.<br />
Il fatto che le percezioni strategiche e di sicurezza dei due paesi siano in netto<br />
contrasto ha già causato quattro sanguinosi conflitti – 1947-48, 1965, 1971, più<br />
quello di Kargil del maggio-lu<strong>gli</strong>o 1999 (l’unico nel quale Washington sostenne inequivocabilmente<br />
la posizione di New Delhi). Oltre alle divergenze geopolitiche,<br />
sono la storia, le religioni (islamismo in Pakistan e nazionalismo secolare prima, e<br />
1 Secondo Jain (2008: 182) in Pakistan le istituzioni democratiche non sono riuscite a radicarsi<br />
profondamente a causa dei grossi interessi de<strong>gli</strong> elementi feudali, del clero e de<strong>gli</strong><br />
stretti rapporti esistenti tra mafia <strong>della</strong> droga e classe dirigente.<br />
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