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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />

Nonostante che i dalit abbiano un notevole peso elettorale – però solo nell’Uttar<br />

Pradesh sono riusciti a creare nel 1984 un partito, il Bahjan Samaj Party (BSP) che è<br />

divenuto una forza chiave nello stato – e che i partiti che riescono ad avere, e/o a comprare<br />

i loro voti abbiano anche fatto parte delle coalizioni di governo dei vari stati e siano<br />

risultati decisivi per la formazione del governo centrale, tuttavia non riescono a esercitare<br />

alcun potere nella politica indiana, poiché raramente se ne interessano. Infatti,<br />

le quote garantite a SC e ST in materia d’istruzione, lavoro e seggi parlamentari, raramente<br />

sono completamente coperte. Per contro, il 70% delle funzioni più qualificate<br />

sono ricoperte da<strong>gli</strong> appartenenti alla casta più alta, quella dei brahmani, sebbene rappresenti<br />

solo il 5% <strong>della</strong> popolazione. Man mano che si sale ai livelli più elevati<br />

dell’impiego pubblico, la presenza di personale SC e ST diminuisce.<br />

Inoltre, proprio la reservation policy che si vuole estendere anche al settore privato,<br />

con le sue differenti versioni in ciascuno de<strong>gli</strong> stati, è diventata “il più esteso sistema<br />

clientelare nel mondo democratico” 65 (Luce, 2010: 126-27). Tramite il processo<br />

democratico le caste si sono trasformate “in un potente fattore di aggregazione<br />

del consenso politico”, acquistando così “nuova linfa per l’affermazione di un’identità<br />

comunitaria” (Armellini, 2008: 80). Anche Bartoli (2008: 159) nota che se “le caste<br />

hanno via via perso la natura di sistema di aggregati gerarchicamente ordinati”, si<br />

sono però trasformate in “bacini per il reclutamento di voti e personale dei partiti,<br />

lobby di interesse in una competizione di tipo liberista e cellule di militanza per i movimenti<br />

sociali”, un processo di trasformazione al quale sta contribuendo sia il sistema<br />

d’azione affermativa, ma ancor più il diffondersi dei partiti regionali. Per ora, il sistema<br />

castale è diventato un fattore di aggregazione a livello regionale, specialmente<br />

ne<strong>gli</strong> stati più arretrati con numerose e ben radicate caste basse. Ed è nelle campagne<br />

che il sistema castale continua a esercitare un ruolo determinante, ma se nelle<br />

città questo è meno evidente “basta grattare un poco sotto la superficie, tuttavia, per<br />

rendersi conto di quanto la casta giochi anche in questo contesto un ruolo importante”<br />

(Armellini, 2008: 77).<br />

Paradossalmente, quindi, l’azione affermativa e le quote di riserva hanno contribuito<br />

non poco a rafforzare la prese del sistema castale sulla società, perché il divario<br />

quantitativo tra risorse e benefici inevitabilmente crea una disugua<strong>gli</strong>anza nella distribuzione<br />

dei vantaggi tra i destinatari <strong>della</strong> reservation policy (più <strong>della</strong> metà <strong>della</strong> popo-<br />

65 L’India è una democrazia clientelare in quanto lo stato (i) determina il livello<br />

dell’occupazione nell’economia organizzata; (ii) controlla l’offerta de<strong>gli</strong> inputs e dei servizi<br />

nell’agricltura; e (iii) concede ai pubblici ufficiali, spesso anche piccoli burocrati, di decidere<br />

arbritariamente le assunzioni e l’allocazione di inputs e servizi. Secondo Kanchan Chandra<br />

(2004: 6-12), in India le elezioni sono diventate delle aste per la vendita dei servizi. I beni<br />

essenziali che un governo dovrebbe garantire – protezione <strong>della</strong> vita e <strong>della</strong> proprietà, accesso<br />

all’istruzione e ai servizi sanitari e un minimo standard di vita – per molte persone sono<br />

diventati merci sul mercato piuttosto che diritti acquisiti, una violazione che colpisce i cittadini<br />

in maniera diseguale e, cosa peggiore, non è più considerata illegittima. Dato che classe<br />

ed etnicità si intersecano, ciò comporta che a soffrirne siano principalmente i gruppi etnici<br />

subordinati, anzi i più poveri in ciascuno di questi gruppi. Per questi individui l’effetto negativo<br />

è tanto più forte quanto meno competitiva è l’elezione. Tuttavia, il fatto che i beni essenziali<br />

non siano diritti acquisiti, ma vengano allocati dal mercato politico, spinge i cittadini<br />

a cercare di ottenere una quache carica politica che garantisca loro accesso a questi diritti.<br />

Inoltre, è importante votare strategicamente in modo da mi<strong>gli</strong>orare la probalità di ottenere<br />

quello di cui si ha bisogno. La possibilità di ottenere questi benefici spiega la crescente partecipazione<br />

alla politica e l’alto numero di candidati per seggio, specialmente tra i gruppi subordinati<br />

e, quindi, l’interesse di questi a preservare il sistema democratico. “Paradossalmente<br />

– spiega Kanchan Chandra – è il cattivo funzionamento del sistema che garantisce la<br />

sopravvivenza <strong>della</strong> democrazia indiana”.

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