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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />

per cui appare altamente deregolamentato. Il settore informale – che include anche il<br />

settore agricolo non moderno – può essere considerato un sotto-insieme dell’economia<br />

informale, in altre parole la somma di attività non governate da istituzioni e leggi<br />

e/o organizzate in maniera differente rispetto alle attività economiche tipiche di<br />

una moderna economia. Nelle aree urbane le attività informali comprendono venditori<br />

ambulanti come piccole entità manifatturiere, entità che nelle aree rurali sono<br />

impegnate nella produzione, trasformazione e vendita di prodotti agricoli e non.<br />

La forza lavoro indiana è composta da lavoratori autonomi, salariati, occasionali<br />

e disoccupati. I primi sono quelli meno connessi al mercato del lavoro, mentre <strong>gli</strong><br />

occasionali lo sono praticamente su base giornaliera. Gli occasionali ingaggiati per<br />

lavori pubblici o di altro tipo non hanno nessuna forma di protezione e sia nel settore<br />

formale che in quello informale, restano lavoratori informali. Chiaramente, il lavoro<br />

autonomo e quello occasionale prevalgono più nella forza lavoro rurale che in quella<br />

urbana e più tra le donne che tra <strong>gli</strong> uomini. La disoccupazione, invece, incide maggiormente<br />

sulla forza lavoro urbana, che ammonta al 22% di quella totale, e in essa<br />

rientra circa la metà dei disoccupati e il 62% di tutti i salariati. La forza lavoro indiana<br />

si accresce in media di 13 milioni di persone ogni anno.<br />

Nel 2009-10, la forza lavoro di 400 milioni che presentava un tasso di partecipazione<br />

del 39,2%, di cui 47% in attività non agricole e 53% in quelle agricole – vedi<br />

Tabella 1.8 – nel periodo 1995-2000 per la prima volta si è ridotta in termini assoluti,<br />

così come è diminuito il tasso di disoccupazione totale da 8,3% a 6,6% (Mohanthy,<br />

2011: 4).<br />

Tabella 1.8 - Distribuzione <strong>della</strong> forza lavoro. Milioni<br />

1993-94 2009-10<br />

Agricoltura 210,7 212,6<br />

Autonomo 126,6 127,9<br />

Salariato 2,9 1,9<br />

Casuale 81,2 82,9<br />

Industria e servizi 115,8 187,4<br />

Autonomo 52,1 76,0<br />

Salariato 40,2 60,5<br />

Casuale 23,4 50,9<br />

Totale 326,5 400,0<br />

Fonte: Mohanty (2011: 4).<br />

L’ultimo rapporto del NSSO (2010) presenta i dati sulla struttura <strong>della</strong> forza lavoro<br />

indiana nel 2007-08: vi partecipava il 41% <strong>della</strong> popolazione, 43% di quella<br />

rurale e 37% di quella urbana. Nelle aree rurali il tasso di partecipazione era 56% per<br />

<strong>gli</strong> uomini e 29% per le donne, mentre nelle aree urbane era rispettivamente 58 e 15%.<br />

Gli occupati rappresentavano il 40% <strong>della</strong> popolazione: 42% nelle aree rurali e 35% in<br />

quelle urbane, e naturalmente il tasso di partecipazione maschile era molto più alto di<br />

quello femminile sia nelle aree rurali che nelle urbane. Nell’India rurale i solitamente<br />

occupati, il 67% circa dei maschi e l’84% delle donne, lavoravano nel settore agricolo,<br />

percentuali che nel 1977-78 erano rispettivamente 81% e 88%. Nelle aree urbane, il<br />

28% circa de<strong>gli</strong> uomini lavorava nel settore commerciale, ne<strong>gli</strong> alberghi e nei ristoran-

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