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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />

Frattanto, <strong>gli</strong> scambi commerciali afro-indiani continuano a crescere, da $12 miliardi<br />

nel 2005-06 a $34,7 del 2007-08 (compreso il petrolio: $14,2 esportazioni indiane<br />

e 20,5 esportazioni africane) e che oggi vengono stimati a circa $50 miliardi.<br />

Il petrolio rappresenta la voce maggiore nelle esportazioni 17 , grazie anche a<strong>gli</strong> investimenti<br />

da parte d’imprese petrolifere indiane in otto dei paesi africani produttori.<br />

Da notare che, contrariamente alla penetrazione cinese guidata dallo stato 18 , quella<br />

indiana sta avvenendo principalmente tramite investimenti di imprese private, con in<br />

testa colossi come Tata e Bharti Airtel. Anche in futuro <strong>gli</strong> investimenti indiani in<br />

Africa riguarderanno soprattutto le risorse energetiche, ma oltre a<strong>gli</strong> idrocarburi avranno<br />

un ruolo importante anche i combustibili nucleari. Il 18% di quelle d’uranio<br />

sono localizzate in Africa e la maggior parte delle miniere in funzione si trovano nel<br />

Niger, nel Congo, nella Namibia e nel Sudafrica. Il crescente interesse dell’India per<br />

l’Africa è dovuto quindi anche alla necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento<br />

di combustibile nucleare. L’unica impresa pubblica indiana coinvolta nella<br />

ricerca di depositi di uranio è la “National Aluminum Company Ltd”, che sta cercando<br />

do ottenere permessi per operare in Namibia, mentre altre due di proprietà<br />

privata , la “Taurian Resources e l’“Earthstone FZE” (di proprietà di NRI), operano<br />

nel Niger. Inoltre, <strong>gli</strong> investimenti nel settore minerario nucleare in Sudafrica potrebbero<br />

portare alla cooperazione con i produttori sudafricani di reattori nucleari<br />

per lo sviluppo dei reattori (pebble-bed) innovativi per l’India. si stima che finora<br />

l’India abbia nel complesso investito in Africa circa $25 miliardi, non molti rispetto<br />

ai $125 <strong>della</strong> Cina, ma questa è arrivata molti anni prima.<br />

L’India importa 70% del petrolio necessario, l’11% del fabbisogno petrolifero<br />

indiano proviene dalla Nigeria, ma sta cercando fonti alternative in Angola, il maggior<br />

produttore dell’Africa sub-sahariana, dove incontra la feroce concorrenza de<strong>gli</strong><br />

interessi cinesi che hanno già investito circa $15 miliardi nel paese. Inoltre, la governativa<br />

“Oil and Natural Gas Commission” (Videsh) ha investito $720 milioni in<br />

Sudan per assicurarsi una quota dei suoi campi petroliferi e pensa di spendere <strong>altri</strong><br />

$200 milioni per un oleodotto di 741 chilometri. L’India ha offerto crediti per $500<br />

milioni ai paesi sul Golfo di Guinea – area dalla quale proviene il 70% del petrolio<br />

africano prodotto dall’India.<br />

Attualmente il 95% dei diamanti vengono ta<strong>gli</strong>ati e lucidati in India, ma gran<br />

parte di essi passano per l’Europa prima di raggiungere il subcontinente, ma il governo<br />

indiano sta anche cercando di eliminare <strong>gli</strong> intermediari occidentali nel commercio<br />

mondiale dei diamanti importando pietre non lavorate direttamente<br />

dall’Africa, da cui proviene il 70% di esse, aggirando mercati storici come Londra,<br />

Tel Aviv e Antwerp.<br />

Per l’India, quindi, l’Africa appare molto importante per ragioni economiche, diplomatiche<br />

e strategiche, ma diventa sempre più difficile conciliare <strong>gli</strong> interessi del-<br />

17 Dopo il petrolio, le maggiori voci delle esportazioni africane in India sono: oro, noci di<br />

acagiù, legname, ferro e acciaio, cotone grezzo, carbone, metalli non ferrosi, perle e pietre<br />

semipreziose. Le principali esportazioni indiane in Africa sono: filo e tessuto di cotone,<br />

prodotti farmaceutici, macchine e strumenti, tessuti di fibre artificiali, mezzi di trasporto,<br />

prodotti di plastica.<br />

18 Le ambasciate cinesi sono molto grandi e hanno personale con buona conoscenza delle<br />

lingue e de<strong>gli</strong> usi locali. Secondo i dati dell’“Heritage Foundation” la Cina ha destinato<br />

tra il 2005 e il 2010 il 14% dei suoi investimenti esteri all’Africa sub-sahariana e <strong>gli</strong><br />

scambi commerciali con il continente nero hanno superato i $200 miliardi nel 2010.

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