L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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La politica estera indiana e la governance globale<br />
posizione all’ingresso del paese nell’OMC non riuscì a prevalere, la posizione indiana<br />
sulle varie questioni del commercio internazionale hanno goduto di grande<br />
visibilità e preminenza nella discussione pubblica in India come nel resto del mondo.<br />
Molto più limitato, invece, è l’interesse indiano per l’architettura <strong>della</strong> finanza<br />
globale e pochi sono quelli che pensano al ruolo che l’India dovrebbe occuparvi<br />
(Bhattacharya, 2010: 46-48).<br />
L’India è stata sempre sostenuta dalle istituzioni finanziarie internazionali e <strong>gli</strong><br />
aiuti multilaterali, con i quali i governi donatori mettono insieme le risorse per assistere<br />
i PVS, sono stati praticamente inventati per l’India. L’“Aid India Consortium”,<br />
creato nel 1958, anticipò di due anni l’istituzione dell’IDA (International Development<br />
Association) <strong>della</strong> BM che offre prestiti a tassi ridotti e doni ai PVS più poveri.<br />
Dall’IDA l’India ha ricevuto più di $35 miliardi, più del doppio di quanto avuto<br />
dal secondo maggior beneficiario, e alla fine del 1981 ottenne $5 miliardi, il prestito<br />
maggiore che il FMI avesse mai concesso, senza nessuna condizionalità, salvo la<br />
realizzazione di misure che erano già comprese nell’approvato piano quinquennale<br />
(Cox, 2010: 6). Con la riforma del FMI approvata nell’aprile 2008, la quota indiana<br />
è stata aumentata dello 0,5% per cui è passata al 2,44%, ma non si è ancora trovato<br />
accordo per un ri<strong>equilibri</strong>o delle quote che riflettesse me<strong>gli</strong>o il crescente peso dei<br />
paesi emergenti nell’economia mondiale.<br />
Nella seconda metà de<strong>gli</strong> anni ’90, l’India, che aveva ignorato <strong>gli</strong> impegni presi<br />
con il GATT, fu sconfitta al tribunale dell’OMC, creato nel 1995, quando le fu imposto<br />
il rafforzamento delle norme relative a<strong>gli</strong> IPR e la rimozione di molti contingentamenti.<br />
Inoltre, quando sue esportazioni furono rifiutate a causa di mancato rispetto<br />
de<strong>gli</strong> standard sanitari e ambientali e di misure anti-dumping, l’India si rese<br />
conto che, se voleva mantenere il proprio “policy space”, doveva attivamente difenderlo,<br />
senza continuare a isolarsi, e allo stesso tempo riconobbe di avere molto da<br />
guadagnare dall’OMC e specialmente dall’accordo sui servizi che aveva contribuito<br />
non poco al successo <strong>della</strong> sua industria di outsourcing e offshoring (Cox, 2010: 3).<br />
Nell’OMC l’India ha poi continuato ad adoperarsi per promuovere un regime commerciale<br />
non discriminatorio che protegga <strong>gli</strong> interessi economici, commerciali e<br />
d’investimento dei PVS, ma è stata anche attiva nei negoziati sui servizi, spingendo<br />
per la riduzione delle restrizioni al movimento delle persone, il completo accesso ai<br />
mercati e il trattamento nazionale. Ha avuto, inoltre, un ruolo vitale nella definizione<br />
dell’agenda del Doha Round nel 2001, insistendo sulla implementazione delle decisioni<br />
raggiunte nell’Uruguay Round prima di passare alla discussione di nuovi temi,<br />
come le “questioni di Singapore”. Ma abbandonò con <strong>altri</strong> PVS “dello stesso avviso”<br />
(i “like-minded countries” o G20 10 ) la conferenza ministeriale di Cancun nel<br />
2003 per protesta contro il rifiuto de<strong>gli</strong> USA e dell’UE di negoziare i sussidi agricoli.<br />
E da allora ha intensificato <strong>gli</strong> sforzi per promuovere la cooperazione con i principali<br />
paesi dell’Africa e dell’America Latina e con la Cina, un attivismo che ricorda,<br />
secondo Jain (2008: 64), quello di Nehru diretto a creare un fronte comune dei<br />
PVS contro l’egemonia delle superpotenze, anche se nell’era <strong>della</strong> “primazia<br />
dell’economia” i temi su cui battersi riguardano principalmente il commercio, <strong>gli</strong><br />
10 Formatosi a Cancun nel 2003, il G20 (o anche G21, G22 e G20+) raggruppa un certo<br />
numero di PVS che insieme hanno il 60% <strong>della</strong> popolazione mondiale, il 70% dei suoi<br />
contadini e le cui esportazioni di prodotti agricoli rappresentano il 26% delle esportazioni<br />
agricole mondiali. Questo G20 va distinto dall’altro G20 che invece raggruppa le maggiori<br />
economie.<br />
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