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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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Introduzione<br />

è terribilmente lento e, specialmente nei gradi più bassi, corrotto e la polizia inefficiente<br />

e spesso malevola.<br />

Lo stato indiano “crea sempre meno beni pubblici, e sempre più benefici privati<br />

per quelli che lo controllano” (Das, 2006). Inoltre, nella batta<strong>gli</strong>a politica a favore<br />

delle categorie e dei gruppi svantaggiati (la “mandalizzazione”, dal Rapporto Mandal),<br />

la ricerca <strong>della</strong> rappresentanza (la reservation policy, politica già utilizzata<br />

prima dell’indipendenza) fu privilegiata rispetto alla lotta alla povertà e alla riduzione<br />

dell’egua<strong>gli</strong>anza, di conseguenza i partiti politici furono spinti a organizzarsi sulla<br />

base di identità determinate, che nel caso dei gruppi sociali subordinati furono essenzialmente<br />

castali. Nilekani (2009: 15-16) non esita a riconoscere che la politica<br />

indiana “è ampiamente organizzata secondo casta, religione, regione e classe, le cosiddette<br />

‘questioni verticali’ <strong>della</strong> società indiana. Queste formano la base dei nostri<br />

principi d’appartenenza e, spesso, delle nostre politiche di sviluppo”.<br />

Chiaramente, molte delle tensioni che agitano l’India “si snodano intorno a questioni<br />

di identità comunitaria (legate alla casta, al luogo di residenza, al gruppo religioso<br />

e a una lingua comune)… e su queste differenze sono state giocate svariate<br />

partite sul tavolo <strong>della</strong> politica. La più importante ha portato alla divisione delle Indie<br />

britanniche in due Stati separati”, mentre le differenze relative alla lingua hanno<br />

influenzato e continuano a influenzare la riorganizzazione dei confini interni<br />

dell’Unione Indiana. Inoltre, <strong>gli</strong> anni ’90 videro l’ascesa trionfale del movimento<br />

<strong>della</strong> destra nazionalista la cui filosofia è l’hindutva, o induità, letteralmente “la qualità<br />

dell’induismo” 47 . Ed è questo “mosaico complesso e difficilmente gestibile”<br />

2011 Hazare è stato portato in prigione, come mi<strong>gli</strong>aia di suoi seguaci, perché gandhaniamente<br />

digiunavano per protestare contro l’inerzia del Parlamento che non si decide ad<br />

approvare nemmeno l’annacquata versione <strong>della</strong> legge anticorruzione proposta dal Primo<br />

ministro il quale, tuttavia, ha permesso l’arresto di Hazare e dei suoi. L’utilizzo del digiuno<br />

per spingere il Parlamento a passare le leggi anti-corruzione, preoccupa musulmani e<br />

dalit. I primi perché lo considerano una manifestazione del nazionalismo indù e i secondi<br />

perché temono che possa essere usato per attaccare il sistema <strong>della</strong> riserva dei posti. Ed è<br />

proprio con il nazionalismo indù che Hazare è accusato di avere oscuri legami. A ogni<br />

modo, alla fine il governo non è riuscito a far passare in Parlamento alcuna legge anti corruzione.<br />

Il problema è che, secondo lo studio dell’“Association for Democratic Reforms”,<br />

non meno di 300 dei 540 parlamentari sono milionari, anche se la maggioranza di essi<br />

proviene da modeste fami<strong>gli</strong>e <strong>della</strong> classe media, diventati ricchi solo dopo essere entrati<br />

in politica (Guha, 2011). Inoltre, nel Parlamento indiano siedono almeno 150 deputati con<br />

processi in corso per reati penali, 73 di questi per stupro o omicidio. I deputati sotto processo<br />

penale del BJP sono 42, 41 quelli dell’INC e 31, su 80 deputati, quelli dell’UP. Nella<br />

precedente legislatura il numero totale di deputati con processi penali era 128.<br />

47 L’hindutva è una forma di nazionalismo culturale indù e al tempo stesso la flosofia politica<br />

<strong>della</strong> destra secondo la quale “indù” e “indiano” si equivalgono. L’India è al contempo<br />

patria e terra santa, i non indù possono diventare indiani solo per mezzo<br />

dell’indianizzazione, ovvero assimilazione, i popoli tribali devono esssre “riconvertiti” e<br />

le caste vanno eliminate perché impediscono ai dalit e alle altre caste inferiori di identificarsi<br />

con l’induismo. Il movimento che s’ispira all’hindutva nel 1992 distrusse la moschea<br />

di Ayodhya, nel 2002 perpetuò la strage di musulmani nel Gujarat – sostanzialmente<br />

una prova di pulizia etnica – e da allora si sono moltiplicati <strong>gli</strong> atti di violenza contro<br />

cristiani e musulmani e <strong>gli</strong> atti terroristici quotidiani ai danni delle minoranze sono diventati<br />

la norma. Il primo ministro Vajpayee, del BJP, nel 2002 dichiarò che laicità e hindutva<br />

non sono concetti antitetici, perché “l’hindutva è tollerante e predica la libertà, non<br />

genera sfiducia, violenza e odio tra le comunità”, considera tutti <strong>gli</strong> indiani aventi uguali<br />

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