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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />

come cooperare e coordinare le loro politiche (Raja Mohan, 2010: 2), mentre crescono<br />

i dissidi tra Washington e Islamabad che, per dimostrare quanto sia importante<br />

per <strong>gli</strong> USA, alla fine di novembre 2011 ha chiuso due posti di frontiera con<br />

l’Afghanistan attraverso i quali passavano grandi quantità di rifornimenti per le<br />

truppe NATO, ha sospeso la cooperazione relativa all’intelligence e ha ordinato a<strong>gli</strong><br />

americani di abbandonare la base dalla quale si alzavano in volo i piccoli velivoli<br />

radiocomandati che avrebbero causato molte morti tra i civili pakistani.<br />

Malgrado siano entrambi membri <strong>della</strong> SAFTA, l’interscambio indo-pakistano<br />

resta modesto: ne<strong>gli</strong> ultimi anni tra i $2 e i $3 miliardi (da $286 milioni nel 2003-<br />

04), mentre si stima che potrebbe facilmente raggiungere i $10 miliardi. Il Pakistan<br />

conta per meno dello 0,5% nel commercio dell’India e questa per poco più dell’1%<br />

in quello pakistano, quote non paragonabili con quelle prevalenti subito dopo<br />

l’indipendenza. Nel 1948-49 il 70% delle transazioni commerciali pakistane avevano<br />

luogo con l’India che a sua volta inviava in Pakistan il 63% delle proprie esportazioni.<br />

Ad aprile 2011 sono ripresi, dopo più di tre anni, i colloqui tra i rispettivi ministri<br />

del Commercio estero per stabilire un più “costruttivo engagement” tra i due<br />

paesi, usando i rapporti economici per creare reciproca fiducia. Il Pakistan ha accettato<br />

di applicare all’India immediatamente un regime commerciale non discriminatorio<br />

ed entrambi i paesi hanno dichiarato di voler incrementare il commercio di elettricità<br />

e petrolio. Il loro intercambio ha, però, tre componenti: (i) quello illegale<br />

tra le aree di confine; (ii) quello circolare o “informale” condotto tramite paesi terzi,<br />

come Dubai e Singapore, per un valore che viene stimato di circa un miliardo di dollari;<br />

e (iii) quello formale. Di conseguenza le prime due forme di interscambio probabilmente<br />

superano quello formale, il che contraddice quanti reputano difficile<br />

l’espansione del commercio tra queste due economie dato che esse competono piuttosto<br />

che complementarsi 21 . Infatti, il Pakistan importa minerale ferroso dal Brasile<br />

e dall’Australia, quando quello indiano costerebbe meno, così come i prodotti farmaceutici<br />

indiani costano solo due terzi di quelli pakistani. Al momento le principali<br />

esportazioni indiane al Pakistan sono vernici, zucchero, prodotti plastici e petroliferi,<br />

e cotone, mentre le principali importazioni sono petrolio e prodotti non raffinati,<br />

frutta, filo e tessuto di cotone, e prodotti chimici organici. L’abbassamento delle barriere<br />

al commercio formale non solo renderebbe formale gran parte di quello che<br />

oggi non lo è, ma incoraggerebbe compratori e venditori che attualmente si tengono<br />

lontani dallo scambio internazionale. Infine, la crescita dell’interscambio tra i due<br />

paesi è ostacolata dalle restrizioni relative ai visti, all’assenza di facilità bancarie,<br />

telecomunicative e logistiche. Il fatto che non esistano connessioni stradali aperte,<br />

che quelle aeree e ferroviarie siano imprevedibili e che la rotta navale Mumbai-<br />

Karachi sia la più sicura, indubbiamente accresce i costi di trasporto.<br />

La proposta cinese di vendere al Pakistan due reattori nucleari per uso civile, alla<br />

quale, considerato quello che Washington ha concesso all’India, è difficile opporsi,<br />

rischia però di intensificare la rivalità nucleare tra i due vicini (TE, 26.06.2010) e<br />

quindi di accrescere l’instabilità pakistana che invece è indispensabile per la Cina,<br />

perché può offrire fonti energetiche e percorsi di trasporto alternativi e può aiutare a<br />

difendere <strong>gli</strong> interessi cinesi in patria e all’estero da<strong>gli</strong> attacchi terroristici. In effetti,<br />

21 L’“Indian Council for Research on International Economic Relations” per il 2007 stimava<br />

il potenziale interscambio tra i due paesi pari a quasi $12 miliardi, di cui poco più di<br />

$2 miliardi per le potenziali esportazioni pakistane e $9,5 miliardi quelle indiane.

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