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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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La “grande Potenza povera”<br />

più tradizionali. Con il 9% <strong>della</strong> produzione totale del settore, quella di beni strumentali<br />

risulta invece poco sviluppata. A ogni modo, secondo Boillot (2007: 64), la<br />

crescente integrazione dell’economia sta facilitando la valorizzazione del “paradigma<br />

<strong>della</strong> sub-fornitura in determinate nicchie tecnologiche”, specialmente quando il<br />

mercato interno non è ancora abbastanza ampio. I settori emergenti legati a R&S<br />

vanno dall’aeronautica, allo spaziale, alle nanotecnologie, al design d’auto e ai nuovi<br />

materiali per l’industria meccanica.<br />

Nei settori del petrolchimico e dell’acciaio l’India presenta un vantaggio competitivo<br />

acquisito che permette alla sua industria di soddisfare il mercato interno e al<br />

tempo stesso di esportare, anche verso la Cina, mentre alcune sue imprese, come<br />

“Indian Oil Corporation” e “Oil & Natural Gas Corporation” (ONGC) si stanno posizionando<br />

per diventare leader mondiali nel settore del petrolio e del gas.<br />

L’industria indiana si è resa indipendente nella fase di trasformazione, come fibre<br />

tessili sintetiche e vernici; è diventata il secondo produttore motociclistico mondiale;<br />

produce camion; nel 2004 ha superato la so<strong>gli</strong>a di un milione di automobili l’anno 33 ;<br />

si è specializzata nella produzione di vetture di piccola cilindrata che esporta in maniera<br />

crescente e per le quali sta cercando di diventare un hub mondiale; la componentistica<br />

è in piena espansione; ha sviluppato una fiorente industria farmaceutica,<br />

specializzata nei farmaci generici; e primeggia in quella delle biotecnologie.<br />

L’industria farmaceutica indiana, nata in parte a seguito <strong>della</strong> politica di autosufficienza<br />

e in parte per adattamento al mercato, è una delle poche al mondo che opera<br />

in un mercato che dai primi anni ’70 – quando venne introdotto il “Patent Act” che<br />

escludeva la brevettabilità del prodotto, riconoscendo solo quella del processo e,<br />

quindi, permetteva d’imitare i farmaci sviluppati dalle multinazionali estere attraverso<br />

l’ingegneria inversa (reverse engineering) – è controllato prevalentemente da imprese<br />

locali, la cui quota del mercato interno è passata dal 10% circa del 1972<br />

all’attuale 70-80%. Il pieno ripristino nel 2005 del regime dei brevetti farmaceutici<br />

(“Indian Patent Act”) secondo standard internazionali ha consentito a quest’industria<br />

di diventare più competitiva all’estero, spingendo le imprese indiane a globalizzarsi.<br />

L’India è così diventata il quarto produttore mondiale di farmaci in termini di volume<br />

e, dati i bassi prezzi che impone, il tredicesimo in termini di valore. Nel 2007 il<br />

settore ha rappresentato l’1,3% del PIL e le sue esportazioni hanno quasi raggiunto i<br />

$7 miliardi, cresciute del 138% dal 2002 (Mezzetti, 2009c: 289-91).<br />

33 Nell’ultimo decennio, l’auto ha rappresentato uno dei settori più dinamici dell’India che è<br />

così diventata il terzo produttore mondiale di utilitarie e un importante produttore ed esportatore<br />

di veicoli a due ruote. L’evoluzione del settore è riassunta nella seguente tabella:<br />

Produzione ed esportazione di autovetture e veicoli commerciali. 2004 e 2010<br />

Produzione (milioni) Esportazione (milioni)<br />

Autovetture Veicoli com. Totale Auto Due ruote<br />

2010 2,8 0,7 3,5 0,3 1,0<br />

2004 1,2 0,3 1,5 0,2 0,4<br />

Direttamente e indirettamente, il settore dà lavoro a più di 13 milioni di persone e ha sviluppato<br />

un volume d’affari pari a circa $35 miliardi.<br />

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