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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />

zione totale). In effetti, il reddito economico <strong>della</strong> popolazione rurale, definito ufficialmente<br />

come sufficiente all’acquisto di cibo per 2400 calorie, in realtà già nel 1973-<br />

74 acquistava solo 2200 calorie e nel 2004-05 ne otteneva appena 1820. Giustamente,<br />

quindi, Torri (2009: 249), conclude che “la so<strong>gli</strong>a di povertà qual è definita dallo Stato<br />

si è progressivamente trasformata in un indice statistico privo di significato”.<br />

Alle difficoltà che si incontrano per definire e misurare la povertà 47 recentemente<br />

se n’è aggiunta un’altra. Si è, infatti, scoperto che la riduzione <strong>della</strong> povertà non<br />

comporta necessariamente che la gente si nutra di più. In effetti, quando tra il 1980 e<br />

il 2005 il reddito reale è aumentato e i prezzi dei prodotti alimentari sono diminuiti,<br />

il consumo pro capite di calorie è stato ridotto anche dalle persone che già ne consumavano<br />

meno di quanto fosse raccomandato.<br />

La povertà calcolata applicando le norme nutrizionali non solo risulta più alta di<br />

quella ufficiale, ma è anche cresciuta, rispetto ai dati relativi al 1993-94, in 10 dei 15<br />

principali stati dell’Unione (Patnaik, 2006: 5) 48 . Inoltre, il tasso di disoccupazione<br />

rurale, che era diminuito annualmente dell’1,2% durante il periodo 1983-1993/94, è<br />

tornato a crescere annualmente del 5,3% nel 1993/94-1999/2000. Ma forse i dati ufficiali<br />

più importanti sono quelli relativi alla decelerazione <strong>della</strong> produzione totale<br />

dell’agricoltura, il cui tasso di crescita annuo è passato da 3,2% ne<strong>gli</strong> anni ’80 a<br />

1,7% nella decade successiva. Da notare che il tasso annuo di crescita delle grana<strong>gli</strong>e<br />

(la cui produzione occupa più del 60% dell’area coltivata) è diminuito da 2,9% a<br />

1,7%, inferiore quindi a quello <strong>della</strong> popolazione (1,9%). Infatti, prosegue Patnaik<br />

(2006:10 Tabella 5 e 13 Quadro 1a), dal 1994-95 la produzione e la disponibilità –<br />

47 Secondo R. Jensen e N. Miller (Do Consumer Price Subsidies Really Improve Nutrition?,<br />

NBER Working Paper 16102, 2010 e Giffen Behavior and Subsistence Consumption?,<br />

American Economic Review, 98:4, 2008), una volta soddisfatta la fame con le<br />

fonti di calorie meno care, cioè i cereali, la quota delle calorie ottenuta da questi prodotti<br />

diminuisce progressivamente, perché si inizia a prediligere invece varietà e sapore. Di<br />

conseguenza, è affamato chi ottiene più dell’80% delle calorie da prodotti di prima necessità,<br />

quando si scende sotto questa so<strong>gli</strong>a <strong>gli</strong> aumenti di reddito sono spesi per acquistare<br />

cibi più vari e più gustosi. Altri studi evidenziano i sussidi per irrigazione e fertilizzanti,<br />

marketing governativo e <strong>altri</strong> schemi che implicitamente o esplicitamente favoriscono la<br />

produzione di cereali, la cui quantità spesso continua ad aumentare anche quando non sarebbe<br />

più necessario. Infine, si continuano a produrre cerali che massimizzano le calorie,<br />

mentre la mancanza di nutrienti causa quella che è chiamata la “fame nascosta”. Infatti,<br />

dei 40 nutrienti necessari, l’offerta di quattro – ferro, zinco, iodio e vitamina A – è cronicamente<br />

scarsa, il che contribuisce a quella fame nascosta così difficile da misurare, ma<br />

che riduce notevolmente la capacità di concentrazione dei giovani e quindi il loro livello<br />

di scolarità e di conseguenza il loro reddito futuro. Infine, l’aumento dei prezzi de<strong>gli</strong> alimenti<br />

di base avvenuto dopo il 2005 ha seguito quello dei prezzi globali, ma quando nel<br />

2008-09 questi ultimi sono diminuiti, quelli indiani hanno continuato a crescere, portando<br />

alla ribalta il problema <strong>della</strong> sicurezza alimentare di una paese che aspira a diventare una<br />

grande potenza. Vedi anche Ghosh (2011a) e T. Nandakumar, Kavery Ganguly, Pravesh<br />

Sharma e Ashok Gulati, Food and Nutrition Security Status in India, Opportunities for<br />

Investment Partnership, Manila, Asian Development Bank, Working Paper no. 16, novembre<br />

2010). Per un’esaustiva presentazione dei problemi connessi alla definizione e alla<br />

misurazione di povertà, vedi P. Liberati, Povertà, Rivista di Economia Politica, gennaio-marzo<br />

2009.<br />

48 . Panagariya (2008: 155) sostiene invece che prima dell’era delle riforme “nessuna riduzione<br />

<strong>della</strong> povertà ha avuto luogo”, mentre “nel periodo <strong>della</strong> liberalizzazione il tasso di<br />

povertà è stato dimezzato”.

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