121228-vicario - Udine Cultura

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sino’; c. 78v per dipençi lu voli chi ven sore la sigristie ‘per dipingere
l’occhio che viene sopra la sacrestia’; c. 80r sol. iiij per ll. j ÷ di imbor
per dipenci avent chi lavorà mestry Niculau di Sent Vit ‘quattro soldi
per una libbra e mezza di tintura per dipingere là che lavorò mastro
nicolò di san Vito’.
dipuesit s.m. ‘deposito’, nP 242 dipuèsit, dal lat. DEPOsItUm,
REW 2573, a sua volta da DEPOnERE; data l’antichità
dell’attestazione, nonché il trattamento della vocale tonica,
con regolare dittongazione, non necessario il richiamo del
DEsF 597 all’it. deposito; presente anche la forma diposit,
senza dittongazione.
UdiCalBCU1348/V c. 84v r. sol. lx < iij > in diposit ‘ricevetti soldi
sessanta < tre > in deposito’; c. 84v r. sol. xl < vj > in diposit ‘ricevetti
quaranta < sei > soldi in deposito’. UdiDuoBCU1200/VI c. 50v lis
qual dusinte ll. iarin in dipuesit dongie di ser Costantin ‘le quali duecento
lire erano in deposito presso messer Costantino’.
diputado p.p. ven. ‘addetto, incaricato’, nP 242 diputâ con rinvio
a deputâ.
UdiBCU435 c. 1r Jachuz di dona Zanulla diputado sora la municion
‘Jacucio (figlio) di donna Gianola addetto al munizionamento’.
*disborà v. ‘togliere le braci, ripulire’, non registrato nel nP, denom.
dal frl. bòre ‘brace accesa, tizzone’, nP 66.
UdiDuoBCU1200/VI c. 71r io diey a Toni de Maestre e al Tavagnut
chi disborarin la fornàs e la discruvirin e cruvirin ‘io diedi ad Antonio
della maestra e al tavagnut che ripulirono dalle braci la fornace, la
scoprirono e la ricoprirono’.
disbotedor s.m. ‘tino che si mette sotto le botti per travasare il vino’,
nP 243 disbotadôr, disbotedôr.
UdiDuoBCU1200/VI c. 57v cerchis di conçar lu disbotedor della aqua
chi si fas la malte ‘cerchi per aggiustare il tino dell’acqua nel quale si fa
la malta’; c. 64r j o disbotedor chi io comperay di luy per poni l-aqua di fà
impastà la malta e di bagnià glu modons ‘un tino che io comperai da lui
per porre l’acqua per fare impasare la malta e per bagnare i mattoni’.
UdimisBCUospH c. VIIIr pagay per ij disbotedori chi forin comperadi
dnr. lij ‘pagai cinquantadue denari per due tini che furono comprati’.
disconçade p.p. ‘rotta’, non registrato nel nP, cfr. qui c(h)onçà.
UdiDuoBCU1200/VI c. 65r sol. iiij chi io diey al Tanburlin chi conçà
j e breie in glesie chi iare disconçade ‘quattro soldi che io diedi al tamburlino
che aggiustò una tavola in chiesa che era rotta’.