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Ettore Majorana: Appunti di Fisica Teorica - Università degli studi di ...

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Volumetto 1: 8 marzo 1927<br />

un’azione frenante da parte del sostegno, mentre quella parte della carica<br />

che si trova più in<strong>di</strong>etro viene accelerata per azione del sostegno. Segue<br />

che attraverso il nucleo ha luogo un flusso <strong>di</strong> energia in senso opposto al<br />

movimento dell’elettrone, la cui quantità <strong>di</strong> moto deve essere uguale e op-<br />

posta a quella dell’energia.<br />

È mobile con la stessa velocità dell’elettrone.<br />

Di ciò potrebbe del resto aversi una verifica <strong>di</strong>retta, supponendo che il vincolo<br />

sia costituito in un modo qualunque, per esempio, me<strong>di</strong>ante fili che<br />

tengono le cariche <strong>di</strong>stribuite su una superficie sferica a una <strong>di</strong>stanza fissa<br />

del centro; in tal caso basta calcolare la tensione del filo e moltiplicarla<br />

per la velocità dell’elettrone nel senso del filo stesso per avere il flusso <strong>di</strong><br />

energia attraverso ad ogni sezione; <strong>di</strong>videndo per E ′ si ha la quantità <strong>di</strong><br />

moto per ogni unità <strong>di</strong> lunghezza. Basta allora sommare vettorialmente le<br />

quantità <strong>di</strong> moto inerenti ai singoli fili (la quantità <strong>di</strong> moto elementare in<br />

ogni filo ha la <strong>di</strong>rezione del filo stesso), per ottenere la quantità <strong>di</strong> moto<br />

totale inerente al flusso <strong>di</strong> energia attraverso il nucleo.<br />

Ma ad un’altra considerazione si presta la (1.410): essa mostra infatti<br />

che l’energia del sostegno <strong>di</strong>minuisce con la velocità e si annulla per velocità<br />

prossime a quelle della luce. Sorge allora il problema del bilancio<br />

energetico del nucleo stesso. Si riconosce facilmente che la <strong>di</strong>ssipazione<br />

dell’energia nucleare con l’aumento della velocità è dovuta alla contrazione<br />

dell’elettrone nel senso del movimento. Divi<strong>di</strong>amo infatti l’elettrone in due<br />

parti me<strong>di</strong>ante un piano yz passante per il centro in cui poniamo l’origine<br />

<strong>degli</strong> assi e normale al senso del movimento. Le cariche <strong>di</strong>stribuite in ognuno<br />

dei due elementi <strong>di</strong> superficie della sfera che si proiettino in tale piano<br />

nell’elemento dy dz valgono:<br />

de = dy dz<br />

a<br />

a 2 − y 2 − z 2<br />

e<br />

=<br />

4πa2 e dy dz<br />

4πa a2 − y2 . (1.411)<br />

− z2 Ora possiamo immaginare che il nucleo sia costituito da fili longitu<strong>di</strong>nali<br />

che rilegano a due a due le cariche elementari simmetriche rispetto al piano<br />

yz ed equilibrano le azioni che esse subiscono da parte delle componenti del<br />

campo elettrico secondo la <strong>di</strong>rezione del movimento, e da fili traversali che<br />

equilibrano le azioni del campo elettrico trasverso e quelle del campo magnetico<br />

sull’elettricità in moto che risultano anche esse normali alla <strong>di</strong>rezione<br />

del movimento. La tensione del filo che lega i due elementi considerati più<br />

sopra è:<br />

dt = 1<br />

2<br />

e<br />

a2 <br />

a2 − y2 − z2 a<br />

88<br />

de = e2<br />

dy dz, (1.412)<br />

8πa4

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