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Ettore Majorana: Appunti di Fisica Teorica - Università degli studi di ...

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Volumetto 2: 23 aprile 1928<br />

Se Ws in<strong>di</strong>ca l’energia accumulata al tempo t nell’oscillatore s l’energia<br />

totale accumulata sarà:<br />

<br />

Ws =<br />

νs=M<br />

Ws dN = 8π<br />

c3 M<br />

Ws ν 2 Ω dνs. (2.239)<br />

s<br />

νs=0<br />

L’integrale va esteso fino a un limite arbitrario ma finito perché nel dedurre<br />

le formole precedenti abbiamo ammesso a priori che le lunghezze<br />

d’onda eccitate siano <strong>di</strong> grande lunghezza d’onda rispetto all’ampiezza<br />

dell’oscillazione dell’elettrone; è quin<strong>di</strong> da escludere che le frequenze pos-<br />

sano superare qualunque limite. Ora <br />

s<br />

Ws tende a crescere linearmente<br />

col tempo e quin<strong>di</strong> a superare qualunque limite; d’altra parte ogni Ws ha<br />

un massimo come si deduce dalla (2.238), ciò che non è in contrad<strong>di</strong>zione<br />

con quanto si è detto, perché se nell’integrale nella (2.239) si sostituiscono<br />

alle Ws i loro valori massimi, l’integrale <strong>di</strong>viene <strong>di</strong>vergente; rimane invece<br />

convergente se dal campo <strong>di</strong> integrazione si toglie un piccolo intervallo contenente<br />

ν0. Segue che dopo un tempo abbastanza lungo la massima parte<br />

della ra<strong>di</strong>azione emessa sarà concentrata in un intervallo <strong>di</strong> frequenze contenenti<br />

ν0 piccolo quanto si vuole. Le frequenze νs che interessano <strong>di</strong>fferiscono<br />

dunque poco da ν0, così che nella (2.238) sostituiremo a (νs + ν0)/2, ν0. 31<br />

Avremo:<br />

qs =<br />

e b<br />

mc<br />

2 sp0<br />

8π2ν0(νs − ν0)<br />

<br />

× 2 sin π(νs − ν0)t cos 2πν0t − νs − ν0<br />

0<br />

ν0<br />

<br />

sin 2πν0t . (2.245)<br />

L’ultimo termine è trascurabile poiché, come si vedrà, fissato t grande, il<br />

campo <strong>di</strong> frequenze in cui la ra<strong>di</strong>azione ha un valore sensibile è dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />

1/t e quin<strong>di</strong> il primo termine in parentesi è dell’or<strong>di</strong>ne dell’unità in generale,<br />

mentre il secondo è piccolo quanto si vuole allorché t tende all’infinito.<br />

Segue al limite:<br />

qs =<br />

e<br />

mc<br />

b x s p0<br />

4π2 sin π(νs − ν0)t<br />

cos 2πν0t (2.246)<br />

ν0 νs − ν0<br />

31Il manoscritto originale continua come segue: “Possiamo anche sostituire<br />

sin 2π(νs − ν0)/2 con 2π(νs − ν0)/2. Avremo<br />

qs = e bsp0<br />

mc 4π2 (ν2 s − ν2 0 )<br />

<br />

2π(νs − ν0)t cos 2πν0t − νs − ν0<br />

ν0<br />

<br />

sin 2πν0 .<br />

(2.240)<br />

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