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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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80 Jack L. Dull<br />

burocrazia regolare creando una segreteria privata nota come maestri di scrittura<br />

(shang-shu). Il capo dei maestri di scrittura era spesso lo stesso grande comandante,<br />

che così rafforzava ulteriormente il proprio potere.<br />

I nove grandi ministri, livello successivo dell’amministrazione cen trale, costituivano<br />

una prosecuzione del sistema Ch’in, anche se c’era no stati cambiamenti nel<br />

nome di alcuni incarichi. I miglioramenti nel l’efficienza sono visibili nello sviluppo<br />

di «uffici» o «ministeri» indi pendenti da loro. Anche se la loro origine è confusa,<br />

all’inizio del Nuo vo Han essi si erano ormai consolidati. Significativamente, facevano<br />

capo al grande comandante; non sostituivano i nove ministri, ma tendevano<br />

a usurparne le funzioni.<br />

A livello locale, il sistema chün-hsien (province e prefetture) dei Ch’in venne<br />

nominalmente sostituito dal sistema del chün-kuo (provincia­re gno). Ma, come già<br />

detto, i regni avevano perso ogni potere e a livello locale le istituzioni degli Han non<br />

erano molto diverse da quelle dei Ch’in. All’interno delle province c’era un’unica<br />

notevole eccezione: si era rinunciato alla funzione di sorvegliante del secondo<br />

funziona rio, passato ad assistente dell’amministratore. Alla fine del Primo Han,<br />

c’erano circa un centinaio di province (compresi i regni) e circa mil lecinquecento<br />

prefetture (compresi i loro equivalenti amministrativi, i marchesati).<br />

Nel corso <strong>della</strong> dinastia, importanti sviluppi si verificarono a due li velli amministrativi,<br />

tra le province e il governo centrale e tra le provin ce e le prefetture.<br />

Il problema fondamentale per il governo centrale Han era di sorveglianza: come<br />

tenere sotto controllo quel che succedeva nel le province? In origine, dalla capitale<br />

venivano inviati, all’occorrenza, commissari, ma nel 106 a. C. la corte divise il<br />

regno in tredici regioni (pu), ciascuna posta sotto un ispettore regionale (tz’u-shih),<br />

che aveva un ruolo di censore nei riguardi delle province e che doveva anche tenere<br />

sotto controllo l’attività delle potenti famiglie che a volte dominava no la scena<br />

locale. Verso la fine del Primo Han, gli ispettori regionali avevano accumulato un<br />

potere amministrativo sufficiente a farli ricono scere ufficialmente come funzionari<br />

amministrativi, e il nome dell’uffi cio venne cambiato in «pastori provinciali» (choumu).<br />

Per gran parte del Nuovo Han venne mantenuta la vecchia istituzione (ispettori<br />

regio nali), ma all’inizio e alla fine del periodo, quando ci fu bisogno di forti<br />

comandanti militari, furono ripristinati i pastori provinciali. La nascita di centri così<br />

grandi e potenti contribuì poi al crollo dell’impero.<br />

Un altro importante sviluppo ebbe luogo all’interno delle province<br />

e delle prefetture quando il loro personale impiegatizio indifferenziato

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