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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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Scienza e medicina nella storia cinese 197<br />

davano i processi chimici. Quanto sia stato detto loro dai medici e dagli artigiani<br />

illetterati, non ci è dato di sapere. Tuttavia, definendo l’alchi mia cinese come un’antica<br />

forma <strong>della</strong> chimica, si dimentica come la fi nalità dell’alchimia non fosse di<br />

tipo cognitivo, bensì di tipo spirituale. Gran parte dei campi <strong>della</strong> fisica moderna<br />

non era neppure immagina bile all’epoca <strong>della</strong> scienza tradizionale cinese, e i campi<br />

più antichi — acustica, calorimetria, magnetismo — in <strong>Cina</strong> erano oggetto di esperienze<br />

e di riflessioni sparse, e non formavano discipline coerenti.<br />

Un altro assunto moderno, praticamente universale, è che la tecno logia sia<br />

scienza applicata e che il progresso tecnico e il guadagno econo mico siano la naturale<br />

meta delle nuove conoscenze scientifiche. Prima del 1750, l’emergente scienza<br />

moderna non esercitava alcun influsso sulla tecnologia in Europa. Le tradizioni<br />

artigianali erano state sviluppate da persone che, anche quando il saper leggere e<br />

scrivere si diffusero nella società, non avevano accesso alla scienza né motivo di<br />

occuparsene.<br />

La vecchia idea che la rivoluzione industriale dell’Europa occidenta le e degli<br />

Stati Uniti sia sorta dall’applicazione diretta <strong>della</strong> scienza mo derna è stata posta<br />

così seriamente in dubbio a partire dagli anni sessan ta che ormai ci aspettiamo di<br />

veder operare influenze molto più sottili fin dal secolo XVIII. Nata dalla nuova<br />

mentalità formatasi con la scien za teorica, queste influenze hanno portato le persone<br />

istruite a interes sarsi attivamente <strong>della</strong> produzione dei manufatti e ha spinto gli<br />

artigia ni (come tutti gli altri, del resto) a ragionare in modo astratto e imper sonale<br />

su dati di fatto, processi produttivi, beni di consumo e manodo pera in una misura<br />

che non ha mai avuto precedenti nella storia umana. Il progetto di sistemi economici<br />

destinati a sfruttare le nuove conoscen ze scientifiche è — tranne che per<br />

l’industria chimica — soprattutto un fenomeno del secolo XX. Il legame diretto tra<br />

scienza e tecnica, per fa miliare che possa essere per i lettori di questo libro, sarebbe<br />

apparso strano e azzardato a tutti, tranne pochi visionari, solo trecento anni fa, in<br />

Europa e in Asia.<br />

Poiché la rivoluzione industriale cinese è nata meno di due genera zioni fa,<br />

quel che troviamo prima — come nel caso dell’antica Europa — sono scienze e<br />

tecniche di fabbricazione che avevano pochi punti di con tatto tra loro. Le scienze<br />

rispecchiavano gli interessi delle piccole élite letterate, le loro cosmologie e i problemi<br />

gestionali incontrati nella loro attività e annotati nei loro scritti. La tecnologia<br />

era complessivamente una questione di tradizioni artigiane, passate privatamente di<br />

padre in figlio o da maestro ad apprendista. Fu su queste tradizioni orali e ma nuali,<br />

e non sul complesso delle conoscenze scientifiche, registrate in forma scritta, che<br />

sorse il primato tecnologico <strong>della</strong> <strong>Cina</strong>.

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