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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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376 Glossario<br />

Tokugawa, periodo: (o periodo di Edo = Tokyo) Periodo <strong>della</strong> storia del Giappone<br />

(1603­1867) corrispondente allo shògunato (= governatorato militare) <strong>della</strong> famiglia<br />

Tokugawa. Instaurato dal «signore <strong>della</strong> guerra» ( = feudatario + generale)<br />

Tokugawa Ieyasu dopo un periodo di guerre durato quasi tre secoli, il dominio<br />

degli shógun Tokugawa (che formalmente erano sottoposti all’autori­ tà imperiale,<br />

ma che in realtà avevano tutti i poteri politici ed economici) vide l’isolamento internazionale<br />

del Giappone, chiuso ai contatti con le potenze oc- cidentali a partire<br />

dal 1639, e l’instaurarsi di una società gerarchica e rigida- mente controllata, con la<br />

proibizione dei cambiamenti di residenza e con l’ob­ bligo, per i figli, di ereditare<br />

la professione paterna. Contemporaneamente, la classe militare (samurai) venne<br />

trasformata progressivamente in una classe di amministratori. A causa <strong>della</strong> dimensione<br />

sovrabbondante <strong>della</strong> burocrazia e del suo immobilismo, verso la metà<br />

dell’Ottocento il Giappone non sarebbe stato in grado di resistere a una guerra<br />

contro le potenze occidentali; tuttavia, quanti chiedevano di importare le moderne<br />

tecnologie olandesi e inglesi incon- travano una notevole resistenza. La condizione<br />

di stallo venne risolta quando una squadra navale degli Stati Uniti costrinse il<br />

Giappone a instaurare normali rapporti diplomatici. Nel 1867, lo shógun restituì<br />

il potere all’imperatore e ne- gli anni successivi il Giappone si diede nuovi ordinamenti,<br />

più vicini a quelli occidentali: è del 1889 la Costituzione e nel 1890 venne<br />

eletto un primo parla- mento a suffragio limitato.<br />

Wang Shih-cheng: Scrittore di epoca Ming (1368­1644) nato nel 1526 e morto<br />

nel 1590, che la tradizione vuole autore del romanzo Chin P’ing Mei. La leggenda<br />

di come fu scritto il romanzo narra che verso la metà del secolo XVI d. C.<br />

un semplice impiegato, Wang Yü, divenne proprietario di un famoso di- pinto di<br />

epoca Sung (960­1279), Risalendo il fiume (si veda la fig. 11.14), im­ portante non<br />

solo artisticamente, ma anche come documento storico perché ritraeva la capitale<br />

settentrionale dei Sung, K’ai-feng fu, prima <strong>della</strong> sua di- struzione avvenuta nel<br />

1127. Il dipinto era desiderato anche dal funzionario Yen Sung, che cercò in ogni<br />

modo di acquistarlo e che infine, divenuto ministro imperiale, costrinse Wang Yü<br />

a venderglielo minacciando di rovina lui e la famiglia. Wang dovette cederlo; con<br />

grande stupore del nuovo proprietario, però, alla festa data da Yen Sung per far<br />

ammirare il dipinto, il noto letterato T’ang Shun-chih si pronunciò dicendo che<br />

era una banale riproduzione e da allora in poi l’unico pensiero di Yen Sung — che<br />

accusava Wang di esserci tenuto l’originale e di avergli venduto una copia senza<br />

valore — fu quello di vendicarsi. Ne ebbe presto l’occasione, perché nel 1550,<br />

dopo che i Tartari avevano sfondato in un punto di cui era responsabile Wang<br />

Yü, lo fece condannare a morte per negligenza. Yen Sung morì nel 1568, e a quel<br />

punto la faida tra le due famiglie passò ai figli: Wang Shih­cheng, che cominciava<br />

già allora a di- stinguersi nelle lettere e a godere fama di uomo deciso, e Yen Shihfan,<br />

che oltre ad avere sostenuto le accuse paterne contro Wang Yü, era già noto<br />

come campione di tradimento e di corruzione. Dopo vari tentativi di omicidio<br />

andati a vuoto, Wang Shih-cheng, che naturalmente si guardava dal far sapere al

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