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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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330 Stephen Owen<br />

attorno lasciano in ombra il burrone per l’intera mattina e l’intero po meriggio. C’è<br />

solo un momento di luce completa, a mezzogiorno, quan do il sole è nel punto più<br />

alto. Mentre il poeta continua a salire in mez zo all’ombra e si avvicina alla casa<br />

dell’eremita, improvvisamente il sole illumina il fondo del burrone. Li Po si ferma<br />

e tende l’orecchio, sapen do che in un posto così remoto è possibile incontrare un<br />

monastero; in tal caso, la presenza del monastero gli sarebbe rivelata dalla campana<br />

del mezzogiorno, così come la presenza dell’eremita gli è rivelata dal la trato del<br />

cane che interrompe il suono dell’acqua corrente. Invece il si lenzio continua, e quel<br />

silenzio fa capire al poeta quanto si sia inoltrato nel bosco.<br />

I due versi successivi sono molto belli: ottimi esempi dell’arte T’ang del distico<br />

e del modo in cui la descrizione del mondo naturale sia lo specchio delle preoccupazioni<br />

umane.<br />

Scorge una nebbia azzurrognola, e al suo interno canne di bambù, alte e ritte,<br />

verdi e appena visibili sullo sfondo di nebbia. Dopo l’intru sione del latrato del<br />

cane, che ha rivelato al poeta quanto fosse vicino all’eremita e ha fatto sapere<br />

all’eremita che arrivava un estraneo, tutto sembra eludere Li Po: guarda attentamente<br />

se vede qualcuno, scorge una figura che poi si nasconde, ma è un cervo, ed<br />

è la nebbia che si muove, rivelando i bambù. Poi la figura verticale dei bambù fra la<br />

nebbia divie ne la figura verticale dell’acqua <strong>della</strong> cascata, sullo sfondo <strong>della</strong> parete<br />

<strong>della</strong> montagna. È quella cascata a produrre il suono delle acque che ri portano nel<br />

mondo dei mortali i fiori di pesco.<br />

Nel distico conclusivo, il poeta raggiunge l’abitazione dell’eremita (dove fortunatamente<br />

trova un servitore che gli dice che il padrone non c’è). Tutte le figure<br />

che apparivano e scomparivano se ne sono andate; resta solo un gruppetto di pini<br />

e il poeta si appoggia a uno di essi, delu so di non avere trovato la persona cercata.<br />

Qui è necessaria qualche al tra spiegazione. Li Po e i suoi lettori sanno che il pino è<br />

il simbolo del l’eremita. Li Po ha trovato l’eremita quando ha trovato l’ambiente che<br />

lo rende quel che è: un eremita. Trovare la persona non è più necessa rio. Come i rumori<br />

del paesaggio montano quando il cane non abbaia agli intrusi, anche l’eremita<br />

si è fuso perfettamente con la natura, è scom parso in essa. Li Po finge di essere<br />

una persona del mondo «materiale» che non capisce di avere trovato nel modo più<br />

veritiero l’eremita quan do ha trovato l’ambiente dove si è rifugiato.<br />

Anche Ch’iu Wei, contemporaneo di Li Po, scrisse una poesia sullo stesso argomento;<br />

Ch’iu Wei sale sulla montagna fino all’abitazione del l’eremita, scopre che<br />

non è in casa e alla fine <strong>della</strong> poesia enuncia il prin cipio più chiaramente di Li Po:

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