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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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la poesia nella tradizione cinese 319<br />

Chung­tzu­ch’i diceva: «Meraviglioso! Onde vaste e tumultuose come quelle dello<br />

Yangtze e del Fiume Giallo». Qualsiasi cosa avesse in mente Po­ya, Chung tzu­ch’i la<br />

capiva.<br />

Una volta, mentre Po-ya vagava sullo scuro versante settentrionale del monte T’ai,<br />

all’improvviso fu sorpreso da un violento temporale. Po-ya si fermò in una grotta e il<br />

cuore gli si riempì di malinconia. Allora prese il liuto e cominciò a suonare, prima una<br />

composizione sulla pioggia persistente, poi il fragore del monte che crollava. E di ogni<br />

melodia da lui suonata, Chung­tzu­ch’i coglieva perfettamente il significato. Infine,<br />

Po­ya depose il liuto e disse con un sospi ro: «Meravigliosa è la tua capacità di ascoltare.<br />

Le immagini che vedi nella tua mente sono esattamente come quelle che vedo io. Che<br />

cosa ti è nascosto, <strong>della</strong> mia musica?» 1 .<br />

Il chih-yin, colui che «capisce la musica», è il buon lettore di poesia, e la frase ha<br />

una ricca risonanza: è anche un particolare tipo di amico, una persona che con la sua<br />

naturale consonanza e la sua familiarità rie sce ad andare al di là <strong>della</strong> musica (o delle<br />

parole di una poesia) fino a raggiungere l’altra persona e a leggerle nella mente. Nel<br />

corso <strong>della</strong> sua storia, una poesia può incontrare un milione di chih-yin, ma tutti questi<br />

chih-yin non formeranno mai un pubblico alla maniera occidenta le. Ogni volta che la<br />

poesia incontrerà un buon lettore come Chung tzu-ch’i, il rapporto sarà privato, personale<br />

e unico. Come modello let terario, questa definizione non è affatto irragionevole:<br />

dopotutto, è il modo in cui entriamo normalmente in contatto con le altre persone,<br />

men tre trovare un «pubblico» ben disposto è raro come trovare un vero poeta.<br />

In contrasto all’idea di Wordsworth di un «uomo che parla agli uo mini», la<br />

lirica cinese presuppone una persona che parla a un’altra per sona. I motivi che la<br />

spingono a parlare possono essere tanto magnifici quanto meschini: lamentarsi di<br />

un’ingiustizia, spiegare la propria posi zione in una crisi politica, parlare delle cose<br />

che più si amano, descrive re una montagna che siamo andati a visitare, parlare<br />

<strong>della</strong> propria de pressione o anche semplicemente raccontare quel che l’autore ha<br />

fatto in un determinato giorno. Il contenuto di questo «parlare» può avere poco<br />

o molto significato, secondo il metro letterario occidentale, ma se siamo il buon<br />

lettore e amico del poeta, la poesia ci interesserà certa mente, perché vogliamo<br />

bene alla persona, e le caratteristiche <strong>della</strong> poe sia sono quelle dell’essere umano.<br />

La relazione che si viene a costituire con l’atto poetico non si deve necessariamente<br />

limitare alle persone del presente. Il filosofo confuciano<br />

Mencio parlò un giorno dell’impulso che ci porta a fare amicizia con<br />

1 Lieh-tzu: Il vero libro <strong>della</strong> sublime virtù del cavo e del vuoto, trad. ital. e cura di Fau sto Tomassini, Milano,<br />

Editori Associati, 1988, libro 5, n. 71, p. 83, modificata. Si veda la voce Lieh-Tzu nel Glossario.

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