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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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108 Karen Turner<br />

sponsabilità morale dei governanti se ricordiamo che i teorici politici classici scrivevano<br />

in un’epoca in cui gli eccessi dei despoti locali aveva no messo a tacere ogni<br />

speranza di pace e di prosperità. A quanto pare, quel che deve avere maggiormente<br />

preoccupato i pensatori dell’epoca classica non era il problema se le leggi fossero necessarie<br />

per governare, ma come trovare Leggi attendibili per guidare la vita sociale<br />

e politica in un’epoca di grandi cambiamenti.<br />

La nostra interpretazione <strong>della</strong> posizione di ciascuno scrittore sul l’argomento delle<br />

leggi dipende molto dalla nostra definizione di legge. Nei testi da me consultati<br />

l’ideogramma cinese fa, di solito tradotto co me «legge punitiva» o «legge positiva», in<br />

realtà ha vari significati, che vanno da quello più vasto di modello o standard, regola,<br />

regolamento, fino al significato ristretto di decreto che fissa le pene, così come nelle<br />

lingue occidentali una stessa parola «legge» vale sia per concetti ponde rosi come la<br />

Legge di Dio sia per cose molto più quotidiane come la leg ge del traffico 10 . In molti antichi<br />

testi cinesi, la parola sembra riferirsi contemporaneamente a due significati distinti,<br />

perché idealmente le leggi che riguardano le pene sono nate dal mondo naturale o dagli<br />

atti degli antichi re saggi. Come mostrerò in seguito, i governanti cinesi avevano la<br />

responsabilità di controllare che la legge sancita dallo stato non fosse contraria a idee<br />

superiori di legge. I pensatori confuciani avrebbero cer to approvato la frase di Han<br />

Ch’eng­ti (regnante dal 32 al 7 a. C.): «Il fine dovrà essere quello di conformarsi<br />

alle leggi dell’antichità» 11 .<br />

La mia analisi del diritto nell’antica <strong>Cina</strong> si basa sulle storie del pe riodo e su<br />

testi scoperti recentemente. Molto importante per la filosofia del diritto è il Ching-fa,<br />

una serie di scritti su seta trovati in una tomba Han a Ma-wang-tui, nella provincia<br />

dell’Honan, nel 1973 e 1974. I suoi nove brevi trattati descrivono la Legge come<br />

un’emanazione del tao, che l’anonimo autore — il quale scriveva poco prima dell’unificazione<br />

da parte del Ch’in nel 221 a. C. — presenta come un principio naturale<br />

universa le ed eterno 12 . In questi trattati, la legge è descritta come un modello,<br />

10 Per chiarire la differenza tra legge dello stato (o leggg promulgata, legge «positiva»)<br />

e Legge come criterio superiore che guida la formulazione delle leggi dello stato, le ho distin-te con<br />

l’iniziale rispettivamente minuscola e maiuscola; a volte, però, il significato è ambiguo.<br />

11 In Han-shu, Pechino, Chung-hua, 1962, Chiian 23, p. 1103. Per una traduzione del<br />

Chiian 23, si veda A. F. P. Hulsewe, Remnants of Han Law, vol. 1, Leiden, E.J. Brill, 1955. Altri capi- capi-<br />

toli dello Han-shu sono tradotti in Burton Watson [traduttore], Courtier and Commoner in Ancient China:<br />

Selections from the History of the Former Han by Pan Ku, New York, Columbia University Press, 1974, e in Homer<br />

H. Dubs [traduttore], The History of the For mer Han Dynasty by Pan Ku, London, Kegan Paul, 1938-55,<br />

3 voli 12 Per una rassegna delle opinioni disponibili sulla datazione, la paternità e le principali<br />

idee di questi testi, si veda Tu Wei­ming, «The Thought of Huang­Lao: A Reflection on

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