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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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346 Paul S. Ropp<br />

pio <strong>della</strong> convinzione confuciana che la fedeltà personale, per una buo- na causa,<br />

assuma la forza dei legami di sangue e perfino la superi. Liu Pei è l’erede legittimo<br />

del trono degli Han; il suo principale nemico è Ts’ao-Ts’ao, un alto funzionario Han<br />

con proprie ambizioni dinastiche. Ts’ao-Ts’ao, che probabilmente è il più famoso<br />

«fellone» <strong>della</strong> sto­ riografia popolare cinese, è uno dei trionfi di caratterizzazione<br />

dell’opera di Lo Kuan-chung. Uomo ambizioso, abile a destreggiarsi con i sim- boli<br />

confuciani esteriori mentre nel contempo trasgredisce le virtù con- fuciane, Ts’ao-<br />

Ts’ao è spietato nella sua ricerca di fama e di potere. Ma è anche un poeta sensibile<br />

e un uomo impulsivo, soggetto ad ansie e a violenti cambiamenti d’umore.<br />

Una delle principali virtù del San-kuo-chih yen-i è il livello di complessità e ironia nel<br />

narrare la lotta per il potere in un’era di crollo dina- stico. Con il suo vasto quadro,<br />

che copre l’intera <strong>Cina</strong> e tutto un secolo di disordini politici e militari, questo romanzo<br />

ci fa vedere i grandi ge- nerali e gli statisti dell’epoca come semplici uomini<br />

con passioni molto umane (tra cui le principali sono il desiderio di fama e di potere)<br />

e alla fine con scarse possibilità individuali di fermare il passo inesorabile dei grandi<br />

eventi storici. Con la sua virtù, Liu Pei — in accordo con la teoria confuciana più<br />

ortodossa — si procura fedeli seguaci e alleati, ma la sola virtù non è sufficiente a<br />

superare le decisioni sbagliate, gli errori strate­ gici e (probabilmente) i disegni del<br />

fato o del Cielo.<br />

Ancor più che le storie dinastiche cinesi, lo San-kuo-chih yen-i mostra la storia come<br />

un’unica rete di fattori strettamente legati fra loro. La moralità e il Cielo sono importanti,<br />

ma non più del coraggio in batta- glia, delle manovre ardite, delle tattiche<br />

astute e delle strategie lungimi- ranti; e in queste aree le capacità del generale malvagio<br />

possono supera- re quelle del principe virtuoso. Anche la fortuna cieca e i fenomeni<br />

sovrannaturali possono talvolta intervenire, ma è chiaro come il tradimento e<br />

l’inganno possano a volte dare ricchi guadagni. L’unica consolazione sembra stare<br />

nel fatto che questi guadagni a breve termine e al prezzo <strong>della</strong> propria virtù saranno<br />

condannati per sempre nello spassionato ed esplicito giudizio dello storico.<br />

Il San-kuo-chih yen-i raggiunge quasi una visione tragica <strong>della</strong> vita nel suo ritratto,<br />

spesso pessimistico, del crollo di una dinastia, ma la sua visione è troppo a lungo<br />

termine ed è troppo sicura <strong>della</strong> propria morali­ tà per poter essere definita<br />

tragica. L’assunto resta quello che la vita continua, e il narratore (e implicitamente<br />

il lettore) propende per la giusta causa. Resta sempre la salda speranza che -<br />

sebbene tutto stia a testimoniare il contrario ­ la gente finirà per accorrere sotto<br />

le insegne del principe virtuoso e lo aiuterà a ristabilire l’ordine giusto. Potranno

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