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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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236 Patricia Ebrey<br />

riale. Inoltre, il governo del periodo, relativamente debole, non rispose a questi<br />

cambiamenti economici in un modo che favorisse la «mentalità del piccolo proprietario».<br />

In generale, prestò meno attenzione ai capifa miglia come base per governare<br />

e concedeva ai funzionari locali maggio re autonomia nel raccogliere le tasse<br />

e nel reclutare la manodopera. Alla fine del secolo V, nel Nord venne promulgata<br />

una politica terriera radi calmente nuova che distribuiva piccole tenute a chiunque<br />

fosse in grado di lavorarle, ma proibiva a chi le lavorava di passarle ai figli. Il sistema<br />

dei «campi a tutti», che sopravviveva ancora nel secolo VIII, dava ai capifamiglia<br />

una maggiore libertà dal controllo dei padroni, ma limitava il loro controllo sulla<br />

progenie. Così, durante gran parte di questo pe riodo, i contadini trovarono difficile<br />

accrescere le loro proprietà e far «avanzare la famiglia»: o si trovavano in uno stato<br />

di quasi servitù, di pendenti da un proprietario terriero, o si servivano <strong>della</strong> terra<br />

provviso riamente concessa loro dallo stato.<br />

Le leggi dei T’ang, le prime che ci siano giunte in grande quantità, ci mostrano<br />

che anche se il sistema dei campi a tutti servì a limitare il controllo patriarcale sui<br />

figli adulti, il governo non cercava intenzional mente di indebolire i capifamiglia.<br />

Secondo il codice, i capifamiglia ave vano piena autorità di combinare i matrimoni<br />

dei figli, che potevano avvenire in età relativamente giovane (tredici sui per le<br />

femmine e quin dici per i maschi). Finché la coppia sposata abitava con i parenti<br />

del ma rito, era soggetta all’autorità <strong>della</strong> coppia più anziana. Non poteva la sciare<br />

la proprietà o suddividerla senza il consenso dei genitori. Se nella famiglia si verificava<br />

qualche atto di violenza, il giovane era ritenuto responsabile o giudicato con<br />

maggiore severità 17 .<br />

4. Istituzioni matrimoniali<br />

Lo sviluppo delle istituzioni matrimoniali in <strong>Cina</strong> fu strettamente legato allo<br />

sviluppo <strong>della</strong> patrilinearità, <strong>della</strong> pietà filiale e del patriarca to. I principali aspetti<br />

del sistema matrimoniale cinese comprendevano regole esogamiche basate su un<br />

forte concetto di patrilinearità (non era permesso sposare un consanguineo patri-<br />

lineare, legge che si ampliò fino a includere chiunque avesse lo stesso cognome) e<br />

la monogamia (un uo mo poteva avere una sola moglie, anche se non c’erano limiti<br />

al numero delle concubine).<br />

17 Sulla famiglia nel diritto cinese si veda Ch’ii T’ung-tsu, Law and Society in Traditio nal China, Paris,<br />

Mouton, 1961.

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