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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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Scienza e medicina nella storia cinese 201<br />

così via. Come ho già detto, questa è una classificazione assai diver sa da quella <strong>della</strong><br />

moderna scienza.<br />

3.1. Matematica<br />

Per un’antica abitudine occidentale (che i pionieri <strong>della</strong> matematica, gli antichi<br />

mesopotamici, non condividevano) si pensa alla matematica come alla quintessenza<br />

<strong>della</strong> scienza pura, dedicata all’esplorazione fon damentale del numero e<br />

dell’area, e alle applicazioni pratiche come a una questione di scarso interesse per i<br />

matematici delle categorie più stimate. In <strong>Cina</strong> la matematica non fu la regina delle<br />

scienze ma la loro ancella.<br />

Circa mille trattati matematici cinesi, scritti a partire dal secolo II d. C. o anche<br />

prima, ci sono pervenuti. In maggior parte si occupano di questioni pratiche del genere<br />

incontrato dai funzionari, dai loro im piegati e dai proprietari terrieri (e sempre<br />

di più, nell’ultimo millennio, dai mercanti): misura degli appezzamenti, calcolo di<br />

aree e di volumi, tassi di scambio e imposte da pagare in denaro o in beni, calcolo<br />

dei costi di trasporto, dei materiali, <strong>della</strong> manodopera. Le tecniche rimase ro sempre<br />

numeriche e algebriche, con approssimazioni trigonometri che che permettevano,<br />

dal secolo XI in poi, di fare gran parte del lavoro geometrico senza dover disegnare<br />

più figure nello spazio di quante ne debba disegnare oggi chi risolve semplici problemi<br />

con il calcolatore.<br />

A fornire uno standard unitario di rigore nelle scienze quantitative non emerse<br />

mai un corpo logico e assiomatico di dimostrazioni come quello di Euclide, e non<br />

si può dire che fosse il carattere <strong>della</strong> nazione a impedire un simile rigore, perché<br />

troviamo gli inizi di un insieme uni versale di definizioni, che comprende la scienza,<br />

il linguaggio, l’etica e altri campi, negli scritti superstiti <strong>della</strong> scuola moista, spentasi<br />

quasi sul nascere (circa 300 a. C.) Che alcuni cinesi fossero capaci di formulare<br />

dimostrazioni geometriche è chiaro dagli esempi che ci sono rimasti, e che datano<br />

a partire dal secolo III d. C., ma questa rimase sempre una parte poco importante<br />

<strong>della</strong> matematica, così come erano poco impor tanti in Europa i procedimenti<br />

numerici prima che l’algebra venisse in trodotta dall’Oriente, a partire dal secolo<br />

XIII.<br />

La matematica cinese, fin dall’inizio, fu solo uno strumento di cal colo. Dapprima<br />

i problemi venivano formulati con bacchette poste su una superficie divisa in quadrati<br />

come una scacchiera. Con i bastoncini collocati nei quadrati giusti, la tavola da calcolo<br />

poteva rappresentare una distribuzione bidimensionale di numeri (si veda la fig.<br />

12). Le po tenzialità di questo strumento vennero gradualmente sfruttate fino a circa

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