31.05.2013 Views

L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Tradizioni religiose nella civiltà cinese: buddhismo e taoismo 185<br />

decennio del secolo XVI un laico buddhista, noto in seguito ai suoi se guaci come<br />

Patriarca Lo, diede inizio a un movimento di rinascita reli giosa che divulgò gli insegnamenti<br />

Ch’an e quelli <strong>della</strong> Terra Pura in vari testi scritti in dialetto. Questo movimento<br />

rimase per qualche tem po ai margini dell’ortodossia e non tutti i monaci<br />

buddhisti si sentirono in dovere di ripudiarlo. Però, alla fine <strong>della</strong> dinastia Ming,<br />

alcuni tardi seguaci di Lo assorbirono le idee messianiche che s’incontravano nella<br />

tradizione del Loto Bianco e i buddhisti ortodossi cominciarono a con dannare<br />

inequivocabilmente tutti gli scritti <strong>della</strong> setta. Anche così, gran parte dei seguaci<br />

<strong>della</strong> religione di Lu non costituiva una grave minaccia per l’ordine sociale. Nel secolo<br />

XVIII, il loro lavoro assistenziale nei riguardi dei barcaioli indusse le autorità<br />

Ch’ing a chiedersi se non fosse il caso di risparmiarli dalle severe repressioni che<br />

in genere colpivano gli appartenenti alle sette (indipendentemente dal fatto che<br />

costituisse ro davvero una minaccia). Alla fine, però, anche quelle attività assistenziali<br />

vennero giudicate potenzialmente pericolose e ai seguaci di Lo venne ordinato<br />

di sospenderle.<br />

La resistenza di questi gruppi, i cui odierni discendenti godono an cora di notevole<br />

seguito in luoghi come Taiwan, dove la loro associazio ne non è segreta, è<br />

assai notevole, se si considerano le pene cui di solito venivano condannati. Ma le<br />

restrizioni imposte al clero buddhista, sia dallo stato sia dal loro stesso desiderio<br />

di staccarsi dalla vita secolare, lasciavano un grande varco in cui potevano operare<br />

capi religiosi più vi cini al popolo. La mancanza di vincoli istituzionali su questi<br />

uomini ren deva però poco affidabile il loro ambiente: un covo di ciarlatani e di<br />

fanatici, oltre che di uomini di grande integrità spirituale. Perciò il go verno faceva<br />

bene a tenerli d’occhio.<br />

Eppure, anche in quei gruppi eterodossi c’erano elementi che porta vano stabilità<br />

e continuità. A volte la posizione di leader era ereditaria e diventava una sorta di<br />

impresa familiare, situazione che scoraggiava gli avventurieri e i demagoghi. Molti<br />

gruppi, ancora nel secolo XIX, si trasmettevano scritture risalenti all’epoca Ming,<br />

come gli scritti del Pa triarca Lo. Questi scritti sembra siano serviti a unificare le<br />

fedi delle diverse comunità di fedeli, che erano a volte assai lontane tra loro, non<br />

solo nello spazio, ma anche nel tempo. Tuttavia, questi scritti dovreb bero essere<br />

esaminati nel contesto assai più vasto <strong>della</strong> narrativa e del teatro popolari, che<br />

erano permeati di temi religiosi. Influenze Ch’iian chen, ad esempio, si possono<br />

vedere nel teatro degli inizi, e dal periodo Ch’ing ci viene almeno un esempio in cui<br />

un pao-chiian (rotolo prezio so), come venivano chiamati i testi delle sette, ispirò un<br />

romanzo popo lare che a sua volta servì da base a un’altra scrittura. Analogamente,

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!