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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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336 Paul S. Ropp<br />

to teorico <strong>della</strong> letteratura può scavare entro un’opera con stupefacente erudizione,<br />

ma lo studioso ai primi passi può leggere la stessa opera a un livello meno approfondito<br />

senza per questo necessariamente perder- ne in piacere e comprensione.<br />

La narrativa può anche essere un illuminante strumento per mettere a confronto<br />

due civiltà. La narrativa cinese non ha avuto molta influen­ za sulla letteratura<br />

occidentale e fino al termine del secolo XIX l’Occi­ dente ha avuto poca influenza<br />

sulla narrativa cinese. In parte, questa differenza è quel che rende interessante il<br />

confronto tra la letteratura cinese e quella occidentale. In questo confronto vediamo<br />

sia l’universa- lità <strong>della</strong> narrativa umana, sia la prova che due civiltà diverse, con<br />

i loro specifici concetti <strong>della</strong> vita umana e dell’organizzazione sociale e politi­ ca,<br />

degli insegnamenti morali e religiosi, e con le loro diverse forme di intrattenimento,<br />

finiscono inevitabilmente per adattare la propria nar­ rativa ai propri fini e ai propri<br />

interessi.<br />

Lo sviluppo <strong>della</strong> narrativa in <strong>Cina</strong> e in Occidente presenta numero- si paralleli<br />

che non mancano di colpirci. Sia in <strong>Cina</strong> sia in Occidente, alla narrativa è sempre<br />

stato assegnato il duplice scopo di divertire e di istruire e in entrambe le culture<br />

queste due finalità sono entrate fre­ quentemente in conflitto. Fino a un’epoca<br />

relativamente recente (in Oc­ cidente il secolo XVIII e in <strong>Cina</strong> il XX), la considerazione<br />

che era attri- buita dalla società agli autori di narrativa era relativamente<br />

bassa. Spes­ so, in entrambe le culture, la narrativa era condannata dai filosofi e<br />

dai moralisti perché «distoglieva la gente dalla retta via», «esaltava com­ portamenti<br />

riprovevoli» e «faceva perdere tempo prezioso» che altri­ menti — si supponeva —<br />

si sarebbe indirizzato verso perseguimenti più elevati o più produttivi (e se queste<br />

critiche, in entrambe le culture, hanno sortito qualche risultato, è stato quello di<br />

procurare ancor più lettori ai romanzi!).<br />

A parte l’atteggiamento morale nei riguardi dei romanzi, importanti parallelismi<br />

ci sono anche nell’evoluzione stessa delle forme narrative <strong>della</strong> <strong>Cina</strong> e<br />

dell’Occidente. In entrambe le culture c’è stato un progres- sivo sviluppo dalle<br />

opere brevi a quelle di maggiore dimensione, da un interesse iniziale per<br />

il mito e la favola a un interesse successivo per l’e- sperienza individuale e per<br />

le osservazioni personali da parte di specifi­ ci autori. A mano a mano che in<br />

entrambe le culture la narrativa divenne più raffinata e cosciente, essa passò<br />

anche da un’iniziale tendenza a farsi paladina dei valori comuni <strong>della</strong> società a<br />

una posizione più ironica, che criticava o metteva in dubbio i valori dominanti.<br />

Anche se la narrativa ai suoi inizi era più valorizzata, in un certo senso, in<br />

Occiden- te che in <strong>Cina</strong>, in entrambe le culture la situazione è progressivamente

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