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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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La tradizione confuciana nella storia cinese 153<br />

voluzione commerciale Sung portò a forme sociali che comprendevano mercati<br />

fiorenti, centri urbani densamente popolati, complesse reti di comunicazione,<br />

rappresentazioni teatrali, circoli letterari e forme di re ligione popolare che sotto<br />

molti aspetti proseguirono senza cambiamen ti fino al secolo XIX. I progressi<br />

tecnologici in agricoltura, tessitura, arti <strong>della</strong> lacca e <strong>della</strong> porcellana, stampa,<br />

commercio marittimo e armi erano la prova <strong>della</strong> superiorità <strong>della</strong> <strong>Cina</strong> non solo<br />

nel campo delle bel le arti, ma anche in quello delle scienze naturali. Il declino<br />

dell’aristo crazia, la diffusione dei libri a stampa, la democratizzazione dell’istruzione<br />

e il perfezionamento del sistema degli esami portarono alla forma zione <strong>della</strong><br />

classe dei gentiluomini, una nuova classe sociale nota per la sua erudizione, la sua<br />

coscienza sociale e la sua partecipazione politica. I principali membri di questa<br />

classe, come i classicisti Hu Yuan (993­1059) e Sun Fu (992­1057), i riformatori<br />

Fan Chung­yen (989­1052) e Wang An­shíh (1021­1086), gli amministratori­scrittori<br />

Ou­yang Hsiu (1007 1072) e Su Shih (1036­1101), e lo statista­storico Ssu­ma<br />

Kuang (1018 1086), contribuirono alla rinascita <strong>della</strong> fede confuciana nell’istruzione,<br />

nella politica, nella letteratura e nella storia. Collettivamente, le lo ro opere furono<br />

la base su cui si sviluppò lo «stile dei letterati», un mo do di vivere ispirato<br />

all’etica confuciana. Tuttavia la rinascita confuciana, che di solito nella storiografia<br />

tra dizionale viene definita come la creazione di un’aristocrazia (lignaggio) dell’«<br />

apprendimento del tao» (tao-hsueh), si può seguire lungo una linea di pensatori<br />

da Chou Tun­i (1017­1073) a Shao Yung (1011­1077), Chang Tsai (1020­1077),<br />

Ch’eng Hao (1032­1085), Ch’eng I (1033­1107) e in­ fine l’autore <strong>della</strong> grande<br />

sintesi Chu Hsi (1130­1200). Da questi pen satori nacque una completa visione<br />

umanistica che univa la coltivazione di sé con l’etica sociale e la metafisica morale,<br />

in una filosofia olistica di vita. Agli occhi dei letterati Sung, questa nuova filosofia<br />

rianimò dav vero le classiche intuizioni confuciane e le applicò con successo ai<br />

pro blemi dell’epoca. Chou Tun-i articolò in modo ingegnoso la relazione tra la<br />

«grande trasformazione» del cosmo e lo sviluppo morale <strong>della</strong> persona. Nella sua<br />

metafisica l’umanità, come beneficiaria <strong>della</strong> più alta eccellenza del Cielo, è essa<br />

stessa un centro di creatività «antropocosmica». Chou sviluppò questo umanesimo<br />

onnicomprensivo mediante una stimolante interpre tazione dello schema taoista<br />

<strong>della</strong> «grande meta» (t’ai--chi). Shao Yung elaborò ulteriormente la base metafisica<br />

degli affari umani, insistendo sul fatto che un disinteressato sistema numerologico<br />

d’analisi era il più adatto per comprendere i «supremi princìpi che regolano il<br />

mondo». Chang Tsai, invece, centrò la sua attenzione sull’onnipresenza dell’« ener-

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