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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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280 William T.Rowe<br />

prefetture» del delta dello Yangtze, che si andavano commercializzan do sempre<br />

più e che avevano come centro Hangchow e Soochow, deci ne di importanti città<br />

sorsero dai «mercati delle erbe» (ts’ao-shih) me dievali locali e collegarono i produttori<br />

rurali di cotone e seta con i con sumatori urbani e il commercio interregionale.<br />

Distribuiti con ramifi cazione gerarchica nei punti chiave lungo la rete di canali<br />

naturali e ar tificiali che attraversano il delta questi chen, all’inizio del periodo Ch’ing,<br />

erano a una distanza massima di mezza giornata di viaggio da ogni vil laggio <strong>della</strong><br />

regione. Prima del secolo XVI, la maggior parte dei chen era semplicemente costituita<br />

di una fila di botteghe a fianco dell’ argine: erano i luoghi dove i contadini<br />

scambiavano i materiali grezzi con le ne cessità del vitto quotidiano come sale o<br />

olio vegetale. Con l’aumento <strong>della</strong> commercializzazione, però, i chen più centrali<br />

cominciarono ad as sumere piante stradali più complesse, a To a X, e a suddividersi<br />

in quar tieri specializzati (a volte divisi tra loro da porte interne) e a raggiunge re<br />

popolazioni di decine di migliaia di persone.<br />

Alcuni chen divennero assai complessi dal punto di vista funzionale. Non solo<br />

comprendevano mediatori e commercianti per il traffico in terregionale di cotone<br />

grezzo, seta, gelso, bozzoli, ma anche mercanti di tessuti di seta e di cotone che<br />

lavoravano il prodotto grezzo e vende vano il prodotto finito. La lavorazione aveva<br />

luogo, talvolta, attraverso lavoranti a domicilio, residenti nelle aree rurali (con la<br />

pressione <strong>della</strong> popolazione e quella fiscale, alla fine dell’epoca Ming, per l’economia<br />

domestica delle famiglie contadine del delta si erano resi indispensabili i<br />

proventi di tali lavori di tessitura e filatura). In questi casi, il mercante era sostanzialmente<br />

un intermediario e un capitalista, il quale aveva alle dirette dipendenze<br />

solo un gruppo di commessi e di magazzinieri. Una minoranza di mercanti, però,<br />

allestì proprie fabbriche artigianali (tso fang) assumendo salariati nello stesso chen: in<br />

tal caso il mercante diven tava datore di lavoro diretto in un processo capitalistico<br />

di produzione. In entrambi i casi la relazione tra il chen e la campagna circostante<br />

si trasformava e si approfondiva: ora i produttori rurali guardavano alle città non<br />

solo per vendervi le proprie eccedenze agricole, ma anche co me luoghi d’impiego<br />

secondario e, verso la metà del periodo Ch’ing, co me fonte principale delle derrate<br />

alimentari per il consumo quotidiano.<br />

3 Questa parte utilizza recenti studi cinesi sui chen del basso Yangtze, soprattutto Ch’en Hsuehwen,<br />

«Ming­Ch’ing shih­ch’i Chiang­nan te i­ke ch’uan­yeh shih­chen» [Una città mer cato specializzata<br />

Kiangnan dei periodi Ming-Ch’ing] in Chung-kuo she-hui ching-chi shih yen chiu, 1, 1985, pp. 54-61, e<br />

Wang Chia­fan, «Ming­Ch’ing Chiang­nan shih­chen chien­kou chi li­shih chia­chip ch’u­t’iao» [Una<br />

prima ricerca sulla struttura e il significato storico delle città mercato del Kiangnan dei periodi Ming<br />

e Ch’ing] in Hua-tung shih fan ta-hsueh hsueh pao, 1, 1984, pp. 74-83.

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