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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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146 Tu Wei-Ming<br />

struttura sociale centrata sulla famiglia, con l’economia basata sull’agri coltura e con<br />

il patrocinio dell’istruzione da parte dello stato. Le idee confuciane si erano saldamente<br />

instaurate anche nel sistema giudiziario e il rito divenne sempre più importante<br />

nel comportamento del sovra no, nel definire i rapporti sociali e nel giudicare<br />

le cause civili. Eppure, perché il confucianesimo divenisse ufficialmente l’ideologia<br />

imperiale e il culto dello stato fu necessario attendere che il primo ministro Kungsun<br />

Hung (morto nel 121 a. C.) convincesse l’imperatore Wu ad annun ciare che<br />

solo la scuola ju avrebbe ricevuto l’appoggio dello stato. Da allora in poi, i classici<br />

confuciani divennero il curriculum centra le di tutti i livelli di istruzione. Nel 136<br />

a. C. l’imperatore Wu insediò a corte cinque Eruditi dei Cinque Classici e nel 124<br />

a. C. assegnò loro cinquanta studenti come allievi, creando così di fatto l’università<br />

impe riale. Nel 50 a. C. gli studenti iscritti all’università erano saliti a tremila e nell’<br />

l d. C. cento uomini l’anno entravano nell’amministrazione del paese attraverso gli<br />

esami di stato. In breve, la burocrazia cominciò a essere composta di persone con<br />

istruzione confuciana. Nel 58 d. C. tut te le scuole dello stato ricevettero l’ordine di<br />

fare sacrifici a Confucio, e nel 175 d. C. la corte ebbe a disposizione la versione ufficiale<br />

dei clas sici, determinata da conferenze di studiosi e da gruppi di ricercatori,<br />

sotto gli auspici dell’imperatore, e la fece scolpire su grandi lastre di pietra. Queste<br />

stele vennero erette nella capitale e oggi sono bene conservate nel museo nazionale<br />

di Sian. L’affidare per l’eternità agli occhi del pub blico il contenuto esatto dei<br />

testi sacri simboleggia che la formazione <strong>della</strong> tradizione confuciana classica si era<br />

ormai completata.<br />

3.4. I cinque classici<br />

La manifestazione concreta <strong>della</strong> maturità raggiunta dalla tradizione confuciana<br />

è la compilazione dei cinque classici 31 . A giudicare dall’inclu sione di due testi<br />

preconfuciani — Libro dei documenti e Libro delle odi 32 — e di materiale contemporaneo<br />

Ch’in e Han, come certe parti del Libro dei riti 33 , sembra che il progetto di stabilire<br />

il curriculum dell’istruzione confuciana fosse alquanto ecumenico. I cinque<br />

classici possono essere descritti come cinque visioni: metafisica, politica, poetica,<br />

sociale e storica. La visione metafisica, rappresentata dal Libro dei mutamenti 34<br />

31 Brani dei cinque classici sono tradotti in Wing-tsit Chan, A Source Book in Chinese Philosophy,<br />

Princeton, Princeton University Press, 1963, e in William Theodore de Bary, Wing-tsit Chan e Burton<br />

Watson (a cura di), Sources of Chinese Tradition, vol. 1, New York, Columbia University Press, 1960.<br />

32 Si veda la voce Libro delle odi nel Glossario.<br />

33 Si vedano le voci Riti di Chou e Riti di etichetta nel Glossario.<br />

34 Si veda la voce Libro dei mutamenti nel Glossario.

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