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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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292 William T.Rowe<br />

zione delle strade locali, dell’acquedotto municipale, dei servizi di smal timento delle<br />

acque piovane e dello svuotamento dei pozzi neri, e fi nanziava un vasto gruppo<br />

di enti assistenziali e benefici. Per svolgere più comodamente i loro compiti, i<br />

mercanti-amministratori suddivisero la città in sottodistretti amministrativi e occuparono,<br />

nelle parole del locale direttore delle dogane marittime, «una posizione<br />

simile a quella dei consiglieri municipali in una città occidentale » 22 .<br />

In realtà, questa particolare risposta d’élite ai nuovi problemi porta ti dalla crescente<br />

complessità <strong>della</strong> società urbana non si verificò in tut te le città, ma fenomeni<br />

paragonabili si ebbero in molte di esse: non necessariamente le più grandi (anche se<br />

in molte delle più grandi città cinesi — Shanghai, Hankow, Canton — si possono<br />

osservare analoghi svi luppi). Lo schema sembra essere particolarmente pronunciato<br />

nelle cit tà ai confini <strong>della</strong> civiltà cinese, ad esempio Pao­t’ou (Mongolia Interna),<br />

Tainan (Taiwan), e Newchwang, ma chiaramente non si limitava a luoghi <strong>della</strong><br />

frontiera culturale. Alcuni dei più clamorosi esempi ebbe ro luogo in chen come<br />

Hung-chiang e Hankow, che non avevano alcun ruolo nella gerarchia dell’amministrazione,<br />

ma anche questo non era un prerequisto indispensabile. La caratteristica<br />

che sembra comune a tutte le città dove ebbe luogo questo genere di sviluppo<br />

era un pronunciato orientamento verso il commercio (in particolare il commercio<br />

interre gionale) piuttosto che verso l’amministrazione, e il dominio sociale dei mercanti<br />

che controllavano quel commercio, che di solito provenivano da altre regioni<br />

e come gruppo erano quanto mai diversi tra loro.<br />

Un fattore chiave che incoraggiava l’autogoverno dei mercanti era l’inadeguatezza<br />

o la provvisoria assenza di un’efficace e regolare ammi nistrazione burocratica.<br />

Perciò, l’autogoverno mercantile era prevalen te non solo nei chen e alle frontiere<br />

culturali, ma anche in tempi di im provvisa crisi politica o militare. Uno dei suoi<br />

famosi esempi ebbe luogo a Chungking, la metropoli commerciale dell’alta valle<br />

dello Yangtze, al lorché, durante un attacco dei Taiping negli anni 1860, una federazione<br />

di gilde mercantili nota come Otto Province (Pa-sheng) assunse per va rio<br />

tempo una serie di poteri quasi governativi 23 . Analoghe azioni tem poranee adottate<br />

nel nome del «mantenimento <strong>della</strong> stabilità» (pao-an) dalle camere di commercio e<br />

dai corpi di milizia delle gilde erano ormai diffuse in tutta la <strong>Cina</strong> al momento del<br />

crollo dell’impero Ch’ing nel 1911-12.<br />

22 Inspectorate General of Customs, «Newchwang» in Decennial Reports, 1882-91, Shan ghai,<br />

Inspectorate General of Customs, 1892, pp. 34-37.<br />

23 Tou Chi-liang, T’ung-hsiang tsu-chih chih yen-chiu [Studio delle associazioni di origine locale],<br />

Chungking, Ch’eng-chung shu-chii, 1946.

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