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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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la poesia nella tradizione cinese 327<br />

Una simile scelta di vita non richiede necessariamente di essere mes sa in poesia.<br />

La poesia è il mezzo che permette di dare valore a siffatte scelte, di renderle<br />

«pubbliche» (anche se T’ao Ch’ien avrebbe detto che scelte e poesie erano private).<br />

Continuando a scrivere sulla sua scelta di ritirarsi nella fattoria, T’ao Ch’ien creò a<br />

se stesso un mito <strong>della</strong> «vi ta nella natura» e se ne servì per contrapporlo ai valori<br />

comunemente accettati delle cariche nella burocrazia.<br />

La poesia <strong>della</strong> dinastia T’ang fece da modello per mille anni a tutta la poesia<br />

<strong>della</strong> <strong>Cina</strong> tradizionale. I grandi poeti dei secoli VIII e IX ri masero in tutti i secoli<br />

seguenti le figure più importanti <strong>della</strong> poesia, a testimonianza del successo che<br />

la poesia poteva raggiungere nell’in carnare una personalità umana. Nella seconda<br />

parte del secolo VII, l’im peratrice Wu introdusse la composizione poetica fra<br />

gli esami per entra re nella burocrazia imperiale, che servivano come mezzo per<br />

reclutare i funzionari governativi all’esterno degli ambienti aristocratici che circondavano<br />

la corte. Pressappoco nello stesso tempo, la composizione poe tica divenne<br />

una pratica comune fra le persone istruite. In precedenza, la poesia era una<br />

pratica limitata a poche persone, a cortigiani ed eccen trici come T’ao Ch’ien. Ma<br />

a partire dal secolo VIII, la poesia cinese cominciò a mantenere la sua antica promessa<br />

di essere il mezzo con cui una qualsiasi persona poteva «dire quel che aveva<br />

con intensità nella mente».<br />

Nell’epoca T’ang, spesso la poesia era più un’attività che un evento letterario:<br />

era una cosa che la persona istruita era tenuta a fare in talune circostanze. Alcune<br />

delle occasioni <strong>della</strong> poesia erano rigorosamente pre scritte. Ci si aspettava che la<br />

persona invitata a una festa portasse una poesia, un po’ allo stesso modo in cui,<br />

oggi, l’invitato è tenuto a prende re parte ai giochi di società, se il padrone di casa<br />

glielo chiede. Un risul tato di questo modo di usare la poesia era la grande quantità<br />

di compo sizioni di qualità non eccelsa. Il piacere che il padrone di casa e gli altri invitati<br />

ricavavano da questo genere di poesie era alquanto modesto: fe steggiamenti<br />

per l’occasione, un bel giro di parole, il modo di esprimer si di una persona conosciuta.<br />

Questi modesti piaceri non presentavano molte attrattive per i lettori di<br />

mille anni dopo. Tuttavia, alcune delle più grandi poesie <strong>della</strong> dinastia si possono<br />

trovare in quel vasto gruppo di poesie occasionali.<br />

Le partenze e i banchetti di commiato erano un’altra importante<br />

oc casione per comporre poesie. Molte volte, gli amici e i conoscenti<br />

<strong>della</strong> persona che partiva accompagnavano il viaggiatore per un breve<br />

tratto del tragitto. Poi si fermavano, organizzavano una festa e bevevano<br />

fino a tardi. L’indomani mattina, con gli occhi gonfi, il viandante dava ini­

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