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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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Glossario 375<br />

sua opera. L’opera, Memorie Storiche (Shih chi) riassume la storia <strong>della</strong> <strong>Cina</strong> fino al 90<br />

a. C. ed è suddivisa in cinque parti: 1) 12 annali principali (Pen-chi), con la succesione<br />

cronologica degli avvenimenti; 2) 10 tavole cronologiche (Piao) con le genealogie<br />

delle case regnanti; 3) 8 «libri» (Shu): monografie su determi­ nati argomenti come<br />

i riti, la musica, il calendario ecc. 4) 30 monografie (Shih- chia) sulle più importanti<br />

famiglie feudali; 5) 70 Lieh-chuan: biografie di perso­ naggi famosi e monografie su<br />

paesi stranieri. Diversamente dalle grandi opere storiche dell’antichità occidentale,<br />

dove ciascun autore rielabora il materiale storico secondo la propria personalità e il<br />

proprio stile, Ssu-ma Ch’ien cercò soprattutto di esporre i fatti con precisione e di<br />

riportare i documenti originali, senza preoccupazioni retoriche e senza interventi<br />

personali.<br />

Taiping, rivolta dei: Sommossa a sfondo religioso e politico nazionalista che durò<br />

dal 1850 al 1864, colpì 17 province, causò 20 milioni di morti (30 milioni se si contano<br />

le morti indirette). La ribellione cominciò sotto la guida di Hung Hsiu-ch’iian<br />

(1814­1864), un candidato bocciato agli esami di funzionario che, influenzato dal<br />

Cristianesimo, si proclamò fratello minore di Cristo, inviato a redimere la <strong>Cina</strong>. Un<br />

suo amico, Feng Yün-shan, utilizzò le idee di Hung per fondare un movimento<br />

religioso chiamato Pai Shang­ti Hui («Società degli adoratori di Dio») tra i contadini<br />

del Kwangsi. Nel 1847 vi aderì anche Hung Hsiu-ch’üan, e tre anni più tardi ebbe<br />

inizio la ribellione: il 1 gennaio 1850, Hung proclamò l’inizio <strong>della</strong> sua nuova dinastia<br />

Taiping e si nominò Celeste Sovrano. Il motto del nuovo «sovrano» — condividere<br />

le proprietà — richiamò molti poveri contadini, operai e minatori; presto<br />

quella che in origine era una banda di poche migliaia di straccioni si trasformò in<br />

esercito di un milione di soldati bene addestrati. Affermando di voler spodestare i<br />

dominatori stranieri Manchu <strong>della</strong> dinastia Ch’ing (1644­1911), l’esercito Taiping<br />

attaccò Nanchi- no e se ne impadronì il 10 marzo 1853; Hung si stabilì in quella città<br />

e le diede il nuovo nome di T’ien­ching («Capitale celeste»). Venne anche inviata<br />

una spedizione militare Taiping contro Pechino, che però non riuscì ad avvicinarsi<br />

alla città. Nel 1860 un’altra spedizione tentò di impadronirsi di Shanghai, ma venne<br />

fermata da un esercito addestrato da ufficiali occidentali. Anche i «gen­ tiluomini»,<br />

però, che in passato avevano sempre appoggiato le ribellioni con- tro le dinastie<br />

straniere, cominciarono a opporsi ai Taiping a causa <strong>della</strong> loro ostilità al confucianesimo:<br />

si unirono sotto un funzionario cinese dell’impero Manchu, Tseng Kuofan,<br />

il quale, nel 1862, assediò Nanchino. La città cadde nel luglio 1864; Hung si<br />

uccise per non cadere in mano al nemico, dopo essersi rifiutato di lasciare la città<br />

assediata. Nonostante la morte del loro capo, alcuni gruppi di Taiping continuarono<br />

a resistere fino al 1868.<br />

Tangut: Popolazione di matrice tibetana, dedita alla pastorizia e all’agricol- tura,<br />

che abitava nella regione a nordovest <strong>della</strong> Grande Muraglia, lungo la Via <strong>della</strong> Seta<br />

e che ne controllava quel tratto. Adottò il buddhismo come reli- gione e ne lasciò<br />

una ricca documentazione pittorica e letteraria. Nel 1038 i Tangut proclamarono<br />

il loro regno di Hsi­Hsia, che sopravvisse per quasi due secoli finché non venne<br />

conquistato dai Mongoli.

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