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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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Glossario 369<br />

stante la gravità dei delitti da lei commessi e che a detta del suo biografo Lin Yu-<br />

tang la collocano, unica donna cinese, tra i grandi malfattori <strong>della</strong> storia, il regno<br />

dell’Imperatrice Wu ­ che a corte e nell’amministrazione si circondava di «uo­ mini<br />

nuovi» per timore di congiure ­ servì a incoraggiare il passaggio dell’ammi­ nistrazione<br />

dagli aristocratici ai letterati, soprattutto quelli degli stati del Sud.<br />

Jurchen: (o Ju-chen) Popolazione proveniente dalla Manciuria, che sconfisse tra il<br />

1115 e il 1125 i Liao e i Sung settentrionali e instaurò nel Nord <strong>della</strong> <strong>Cina</strong> la dinastia<br />

Chin (1115­1234). Come i Khitani* <strong>della</strong> dinastia Liao, an­ ch’essi erano in numero<br />

nettamente inferiore a quello <strong>della</strong> popolazione cinese conquistata e anch’essi adottarono<br />

una doppia amministrazione e mantennero distinte le due culture dei vinti e<br />

dei vincitori, ma molti membri di quella che in partenza era un’élite militare adottarono<br />

progressivamente la lingua e la scrit- tura cinese per potersi dare al commercio,<br />

e con il tempo la consistenza nume- rica dell’esercito Chin si ridusse a meno<br />

<strong>della</strong> metà di quella originaria. Alla fine <strong>della</strong> dinastia, la forza militare dei Chin era<br />

ormai in declino e la dinastia venne sconfitta dai mongoli di Genghis Khan.<br />

Khitani: Tribù di pastori del Nord, di razza mongolica. Da loro derivò il nome<br />

di «Catai» riportato da Marco Polo. I Khitani fondarono l’impero Liao (907­1125)<br />

che si estendeva sulla Manciuria e su parte del territorio cinese del Nordovest,<br />

all’interno <strong>della</strong> Grande Muraglia. I Liao scelsero come capitale Pechino e si proclamarono<br />

successori legittimi <strong>della</strong> dinastia T’ang. Poiché il numero dei conquistatori<br />

era assai inferiore a quello <strong>della</strong> popolazione cinese conquistata, si diedero un<br />

doppio ordinamento: i conquistatori Khitani dove- vano mantenere la loro lingua<br />

e la loro scrittura, e non dovevano adottare i costumi cinesi; inoltre, per non farsi<br />

sopraffare da un’eventuale rivolta, i con- quistatori mantennero in uno stato di perpetua<br />

mobilitazione la loro organiz- zazione militare. I sudditi cinesi, invece, continuarono<br />

a essere amministrati come in precedenza. Questa doppia organizzazione<br />

venne poi copiata dalla suc- cessiva dinastia Chin dei conquistatori Jurchen*.<br />

Lao Tzu: Leggendario autore del Libro <strong>della</strong> Via e <strong>della</strong> Virtù (Tao-te Ching), vissuto<br />

verso la seconda metà del secolo IV a. C. Il nome Lao Tzu significa «Vecchio<br />

Maestro»; sembra che il suo nome fosse Erh, il soprannome Tan e il cognome Li.<br />

La più antica citazione del suo nome è nel Chuang Tzu* , in cui è ricordato come<br />

uno dei suoi maestri. Nel libro si parla anche di un suo incon- tro con Confucio,<br />

che però non sarebbe riuscito a capire la sua dottrina. Se- condo la leggenda riportata<br />

da Ssu-ma Ch’ien*, era curatore degli archivi reali <strong>della</strong> famiglia reale Chou e<br />

fu lui a insegnare a Confucio i cerimoniali. In segui- to, vedendo il declino <strong>della</strong><br />

dinastia Chou, Lao Tzu lasciò la corte e si diresse a occidente. Quando però giunse<br />

al passo di Hsien-ku, che portava nel Ch’in, il leggendario guardiano del passo, Yin<br />

Hsi, lo implorò di scrivergli un libro, e Lao Tzu scrisse in due rotoli il suo trattato.<br />

Poi si lasciò la <strong>Cina</strong> alle spalle e nessuno lo rivide più (secondo alcuni taoisti, le sue<br />

conoscenze magiche gli avrebbero dato l’immortalità).

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