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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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374 Glossario<br />

tradizioni e così via). La scuola legista raccomandava la guerra come mezzo per<br />

ampliare i confini dello stato e leggi severe per rendere il popolo disciplinato e forte.<br />

Inoltre, il Signore di Shang sosteneva come prima esigenza quella di un’elevata<br />

produzione agricola per mantenere un grande esercito: a questo sco po patrocinava<br />

una riforma agraria e una suddivisione <strong>della</strong> popolazione agri cola in piccoli<br />

gruppi, i cui membri dovevano controllarsi a vicenda perché allo stato affluissero<br />

regolarmente le decime. Il rigore del sistema procurò al Signo re di Shang l’ostilità<br />

dei contemporanei, anche nel Ch’in (di cui fu ministro tra il 359 e il 338) ma i suoi<br />

sistemi diedero a quello stato l’organizzazione che in seguito lo portò alla superiorità;<br />

soprattutto, il Signore di Shang si gua dagnò l’ostilità dei confuciani, a causa<br />

<strong>della</strong> sua indifferenza per le tradizioni e i riti. Wei Yang nacque nello stato di Wei<br />

e in gioventù entrò al servizio del primo ministro Kung-shu Tso, che, avendone<br />

riconosciuto il valore, in punto di morte suggerì al re Hui di Wei di prenderlo,<br />

benché giovane, come consi gliere, avvertendolo inoltre: «Se Vostra Maestà non<br />

vuole prenderlo al suo ser vizio, farebbe bene a mandarlo a morte per impedirgli di<br />

lasciare il paese». Il re Hui, però, non ascoltò il suggerimento; Yang, poco più tardi,<br />

saputo che il duca Hsiao di Ch’in cercava uomini capaci, si recò in quello stato.<br />

Nonostan te l’opposizione dei consiglieri legati agli antichi costumi, riuscì a convincere<br />

Hsiao a cambiare le leggi e l’organizzazione dello stato; nonostante qualche<br />

incidente — come l’aver dovuto punire lo stesso principe ereditario — riuscì a<br />

riorganizzare lo stato, e dopo qualche anno, a capo dell’esercito del Ch’in, sconfisse<br />

con un inganno l’esercito dello stato di Wei (e il re Hui di Wei rimpianse di<br />

non avere seguito i consigli del suo ministro Tso). Come premio, ricevette quindici<br />

città nel territorio di Shang e ne divenne feudatario. Alla morte del duca Hsiao di<br />

Ch’ing, però, il nuovo signore del paese lo accusò di preparare una rivolta e mandò<br />

i soldati ad arrestarlo; Yang fuggì a Wei, ma nel Wei non vollero accogliere l’uomo<br />

che li aveva traditi e sconfitti. Nessun altro stato vol le accoglierlo, e perciò non gli<br />

rimase che ritornare nel Shang, dove raccolse un esercito e marciò contro l’esercito<br />

del Ch’in, ma venne sconfitto e ucciso.<br />

Ssu-ma Ch’ien: Il «Grande Storico » o «Grande Astrologo» (per la carica da lui<br />

occupata alla corte Han a partire dal 110 a. C.) fu il primo a scrivere una vera storia<br />

<strong>della</strong> <strong>Cina</strong>, dalle origini fino all’unificazione, e non soltanto a raccogliere un gruppo<br />

di testimonianze come quelle del Libro dei documenti* . Visse dal 145 a. C. al 90 (altre<br />

fonti danno l’86) a. C., e approfittò <strong>della</strong> sua posizione di astrologo di corte per<br />

accedere agli archivi di stato al fine di com pletare una storia <strong>della</strong> <strong>Cina</strong> già iniziata<br />

dal padre e a lui affidata in punto di morte. Nel 98 a. C., però, Ssu­ma Ch’ien cadde<br />

in disgrazia per avere preso le difese di un generale, Li Ling, che, sconfitto senza<br />

sua colpa da forze pre ponderanti degli unni, era stato condannato a morte e la cui<br />

famiglia era stata sterminata. Ssu-ma Ch’ien protestò contro quella che giudicava<br />

un’ingiustizia, ma venne accusato di insoburdinazione e condannato all’evirazione.<br />

Avrebbe potuto evitare la punizione pagando una somma di denaro, ma era<br />

troppo po vero; un altro si sarebbe ucciso per sottrarsi all’umiliazione, ma Ssu-ma<br />

Ch’ien scrisse nell’autobiografia di avere trovato la forza di vivere per completare la

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