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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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Tradizioni religiose nella civiltà cinese: buddhismo e taoismo 165<br />

Fortunatamente, ora abbiamo raggiunto lo stadio in cui cominciano a comparire<br />

vaste introduzioni alle religioni cinesi, ma anche le più sem plici di esse sono lunghe<br />

più di un centinaio di pagine 2 .<br />

Paradossalmente, il nuovo interesse per la religione cinese è dovuto assai più ai<br />

cambiamenti sopraggiunti nella cultura occidentale che a un qualsiasi cambiamento<br />

di atteggiamenti in <strong>Cina</strong>. Ancor oggi non c’è al cun periodico in lingua cinese<br />

dedicato esclusivamente allo studio <strong>della</strong> religione cinese, anche se ne esiste da<br />

qualche tempo uno in lingua in glese negli Stati Uniti. La mancanza di interesse<br />

per la religione da par te del mondo di lingua cinese non è dovuto al fatto che la<br />

<strong>Cina</strong> sia sotto un governo di ideologia marxista che guarda al giorno in cui tutte<br />

le re ligioni saranno solo un ricordo. Come dice Jonathan Spence nel capito lo primo,<br />

«L’immagine <strong>della</strong> <strong>Cina</strong> agli occhi degli occidentali dalla fine del secolo XVI a<br />

oggi», i primi osservatori occidentali che si occuparo no <strong>della</strong> natura <strong>della</strong> religiosità<br />

cinese furono i gesuiti e gli altri missio nari giunti in <strong>Cina</strong> a partire dalla fine del<br />

secolo XVI. Questi autori notarono fin dall’inizio come la maggior parte dei cinesi<br />

istruiti si dimo strasse assai tollerante nei riguardi <strong>della</strong> comparsa dei missionari<br />

sulla scena religiosa, ma che questa tolleranza era dovuta, fondamentalmen te, alla<br />

quasi completa indifferenza cinese nei riguardi di quei temi spi rituali che risultavano,<br />

invece, tanto importanti agli occhi degli alfieri del cristianesimo occidentale.<br />

Si potrebbe pensare che quei missionari, venuti da un’Europa lacerata dalle lotte<br />

religiose, e a loro volta prodot to di un lungo e concentrato addestramento religioso,<br />

abbiano esagera to la natura secolare del pensiero cinese. Ma quando i primi<br />

cinesi co minciarono a parlare dell’Europa, in un epoca assai meno settaria, ossia<br />

nel secolo XIX, alcuni di loro rimasero molto stupiti per l’aperta reli giosità <strong>della</strong><br />

società occidentale. Per progredito che fosse l’Occidente nelle scienze e nella tecnologia,<br />

gli intellettuali cinesi sentirono (e scris sero) che gli occidentali avrebbero<br />

fatto bene a imparare da loro la tolle ranza e l’agnosticismo. In anni più recenti,<br />

sotto la Repubblica popola re, come osserva Holmes Welch, una guida di Canton<br />

per occidentali ne descriveva la popolazione come costituita di «14.000 buddhisti,<br />

2 Per un’eccellente introduzione alla religione popolare cinese, in particolare nell’era mo derna,<br />

si veda K. C. Yang, Religion in Chinese Society, Berkeley, University of California Press, 1961. Tre valide<br />

rassegne sono apparse recentemente e hanno un utile apparato bi bliografico per ulteriori letture:<br />

Christian Jochim, Chinese Religions: A Cultural Perspective, Englewood Cliffs, Prentice-Hall, 1986; Daniel<br />

L. Overmyer, Religions of China: The World as a Living System, San Francisco, Harper & Row, 1986; e<br />

Laurence G. Thompson, Chinese Religion: An Introduction, Belmont, Wadsworth, 19884.

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