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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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La tradizione confuciana nella storia cinese 155<br />

re di una sintesi: con il tacito adattamento e l’interpretazione sistemati ca creò un<br />

nuovo confucianesimo, noto in Occidente come neoconfu cianesimo, ma chiamato,<br />

nella <strong>Cina</strong> moderna, lo «studio del principio» (Li-bsueb). Il Giusto mezzo e la Grande<br />

scienza, che in origine erano due capitoli del Libro dei riti, erano divenuti trattati<br />

indipendenti e, con gli Analetti e il Mencio, erano entrati nel curriculum centrale<br />

dell’istruzione confu ciana molti secoli prima <strong>della</strong> nascita di Chu Hsi. Però il maestro<br />

Chu pose quelle opere in una sequenza particolare (Grande scienza, Analetti,<br />

Mencio, Giusto mezzo) e fece una sintesi dei loro commenti, interpre tandoli come<br />

una visione umanistica coerente e chiamandoli «i quattro libri». Così facendo, il<br />

maestro Chu diede una nuova disposizione ai testi confuciani tradizionali, ponendo<br />

i quattro libri al di sopra dei cin que classici. Dal secolo XIV in poi, i quattro<br />

libri divennero il testo cen trale sia per l’istruzione, sia per gli esami dei funzionari<br />

nella <strong>Cina</strong> tra dizionale. In questo modo, l’influenza da essi esercitata sulla vita e sul<br />

pensiero cinesi negli ultimi seicento anni è stata superiore a quella di qualsiasi altro<br />

testo. Come interprete e trasmettitore <strong>della</strong> via confuciana, Chu Hsi riva lutò i maestri<br />

dell’epoca Sung che appartenevano di diritto al lignaggio ideale di Confucio e<br />

di Mencio, sia perché erano i suoi padri spirituali, sia perché erano i veri sostenitori<br />

dell’insegnamento <strong>della</strong> saggezza. I suoi giudizi, che in seguito vennero ampiamente<br />

condivisi dai governi dell’Asia orientale, si basavano soprattutto sull’intuizione<br />

filosofica. Chou Tun­i, Chang Tsai e i fratelli Ch’eng — i quattro eletti — erano<br />

gli eroi culturali di Chu Hsi. Anche Shao Yung e Ssu-ma Kuang comparivano in<br />

origine nell’augusto elenco ma poi, a quanto pare, Chu Hsi cambiò idea, forse per<br />

le eccessive riflessioni metafisiche di Shao e per l’osses sione nutrita da Ssu­ma per<br />

i fatti storici. Prima di Chu Hsi, il pensiero confuciano dei maestri Sung era caratterizzato<br />

da alcuni concetti assai fruttiferi nella loro ambiguità, soprat tutto quelli<br />

di grande meta, principio, energia vitale, natura, mente e uma nità. Il maestro Chu<br />

definì il processo di «investigazione delle cose» co me una rigorosa disciplina <strong>della</strong><br />

mente che esplora il principio che sta dietro le cose, in modo che la sua energia<br />

vitale si possa poi trasformare allo scopo di illuminare l’umanità. Pertanto raccomandò<br />

un metodo di studio duplice: coltivare un senso di reverenza e accrescere le<br />

proprie co noscenze. Questa combinazione di moralità e di saggezza fece <strong>della</strong> sua<br />

pedagogia un programma di istruzione umanistica che toccava ogni aspetto <strong>della</strong><br />

vita. Leggere i libri, sedere in silenzio, praticare i riti, come pure gli esercizi fisici, la<br />

calligrafia, l’aritmetica e l’osservazione empirica:

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