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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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114 Karen Turner<br />

vietava di seppellire in terra ateniese il corpo del fratello. Il rifiuto di Antigone<br />

di rispettare la volontà del re nasce da princìpi superiori alla volontà del governante<br />

o alle esigenze dello stato, perché ci sono Leggi ancor più sacre: «Non sono né di<br />

oggi né di ieri, ma vive in eterno. Nes suno può datarne la nascita » 21 .<br />

Nella loro devozione all’« eterno ieri» come fonte di ogni valore e di ogni prece-<br />

dente per ciò che riguarda il comportamento politico, i con fuciani cinesi dei secoli<br />

IV e V a. C. condivisero molte idee di Aristote le. Per loro, come per il filosofo greco,<br />

idealmente il re non era un crea tore di nuove leggi e di nuove istituzioni, ma un cu-<br />

stode di tutto quel veniva dal passato ed era caro ai sudditi. Dei fondatori idealizzati<br />

<strong>della</strong> dinastia Chou, che erano vissuti cinque secoli prima di lui, Confucio disse: «I<br />

[re] Chou si occuparono con grande cura dei pesi e delle misu re, valutarono le leggi<br />

e regolamenti [esistenti] ... e il loro governo si estese all’intero mondo» 22 . I pensatori<br />

confuciani non ignoravano il problema di conoscere con attendibilità il passato, ma<br />

per loro sembra va una guida più fida che non la miriade di esigenze e l’inevitabile<br />

mio pia del presente. Per loro, le leggi dello stato dovevano rafforzare l’anti ca Legge<br />

che regolava i rapporti di parentela e gli obblighi rituali, e non scontrarsi con essa.<br />

L’idea confuciana di un’Età dell’Oro si collocava agli inizi <strong>della</strong> di nastia Chou;<br />

Mencio invece attinse i suoi modelli di buon governo a una tradizione più com-<br />

plessa, perché era convinto che la Legge migliore fosse già stata rivelata in passato:<br />

«Non v’è mai stato chi cada in errore conformandosi alle norme degli antichi re» 23 .<br />

Per Mencio le leggi de gli antichi re erano un insieme di prescrizioni per governare<br />

che rag giungevano la statura di Legge sacra. Le fonti dove questa Legge era scritta<br />

non erano i trattati filosofici, ma i libri più antichi — il Libro delle odi, il Libro dei<br />

documenti, gli Annali <strong>della</strong> primavera e dell’autun no 24 — che conservavano i documenti<br />

dell’attività degli antichi re. Il messaggio che si leggeva in questi testi era chiaro:<br />

il dovere del regnan te di sostenere la Legge era pesante; se avesse mancato nei<br />

riguardi di tale dovere, il governante non avrebbe più meritato di essere chiamato<br />

21 Retorica, trad. ingl. di W. Rhys Roberts, libro 1, cap. 15, in The Works of Aristotle, rist. nella<br />

serie The Great Books of The Western World, vol. 9. Ho consultato questa edizione per tutte le opere<br />

di Aristotele. La politica è tradotta da Benjamin Jowett.<br />

22 Analetti, libro 20, cap. 1. Si veda James Legge [traduttore], The Chinese Classics, vol. 1, The<br />

Confucian Analects [per la traduzione italiana si veda la nota 8 del capitolo 5].<br />

23 Mencio, 4.1.1 [trad. ital. cit. pp. 96-97].<br />

24 Si vedano le voci Libro delle odi, Libro dei documenti e Primavera e autunno nel Glos sario.

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