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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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272 Albert Feuerwerker<br />

Una delle tristi ironie <strong>della</strong> moderna storia cinese è che quando giunse<br />

la necessità e, alla fine, la possibilità, di sviluppare e adattare le nuove tecniche<br />

di produzione europee, nello stesso tempo si verificò un quar to ciclo demografico<br />

cinese, in cui il tasso di incremento <strong>della</strong> popola zione superò per qualche<br />

tempo il 2 per cento annuo. Questo schema è tipico di quelli che chiamiamo<br />

paesi in via di sviluppo, ed è conse guenza di un grosso calo <strong>della</strong> mortalità<br />

senza una significativa diminu zione <strong>della</strong> natalità. La difficoltà di ottenere<br />

con continuità una crescita economica moderna nella Repubblica Popolare<br />

Cinese, di fronte a una così schiacciante pressione <strong>della</strong> popolazione, è evidente.<br />

Ho messo a confronto la risposta produttiva e quella demografica a condizioni<br />

di sovrappopolazione nella <strong>Cina</strong> premoderna e nell’Europa occidentale<br />

premoderna nel corso di un millennio e più e ho suggerito ulteriori confronti<br />

che potrebbero collegare meglio le due estremità del l’Eurasia. Prima<br />

di concludere, però, vorrei considerare due altri argo menti, ossia le istituzioni<br />

sociali e politiche e l’ambiente internazionale. Sia la crescita economica premoderna,<br />

sia quella moderna in Europa e in <strong>Cina</strong> sono state plasmate, naturalmente,<br />

dalle loro differenze in que ste aree, oltre che nelle due che ho esaminato;<br />

nello spazio che mi resta accennerò brevemente a questi argomenti.<br />

Anche se il terzo ciclo demografico­economico europeo fu di cresci ta economica<br />

moderna, l’equivalente ciclo cinese non lo fu. Le strutture istituzionali <strong>della</strong><br />

società cinese tradizionale — tra le altre, quelle politi che, giuridiche, familiari, scolastiche<br />

— non avevano ostacolato, e forse avevano perfino facilitato, la crescita<br />

economica premoderna dalla di nastia Sung al secolo XVIII. Il funzionamento <strong>della</strong><br />

<strong>Cina</strong> nel suo com plesso fu almeno pari a quello dell’Europa dello stesso periodo.<br />

Certo l’accelerazione <strong>della</strong> crescita tradizionale nei secoli XVII e XVIII non sembra<br />

confermare l’opinione prevalente nella stessa <strong>Cina</strong> d’oggi, che l’« autocrazia<br />

feudale » dell’ultimo periodo imperiale fu il maggiore osta colo a opporsi ai risultati<br />

economici e a impedire alla <strong>Cina</strong> di seguire il cammino marxista verso il capitalismo<br />

e oltre. Ma le istituzioni politi che cinesi — e per questa breve esposizione useremo<br />

come esempio lo stato — diversamente da quelle dell’Europa all’inizio dell’età<br />

moderna, non sembrano avere contribuito molto alla crescita economica moderna.<br />

Ritengo che una situazione nella quale ci sono varie politiche in opposizione<br />

tra loro (come nelle monarchie che unificarono i propri stati<br />

all’inizio dell’Europa moderna) porti più facilmente che nel caso di un<br />

impero unificato (come nella <strong>Cina</strong> Ming o Ch’ing) allo sviluppo e all’applicazione<br />

pratica delle astrazioni critiche e alle istituzioni relative al di-

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