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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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La storia sociale <strong>della</strong> <strong>Cina</strong> moderna in una prospettiva comparata 287<br />

del secolo, di «risciò». Queste occupazioni furono gli antenati dell’on nipresente<br />

coolie dell’era industriale. Nelle mie ricerche ho trovato, ad esempio, che i barcaioli<br />

del fiume Han, lungo novecento miglia, prove nivano da una mezza dozzina di province<br />

diverse. Partivano dai vari porti con un determinato carico e giunti a destinazione<br />

erano lasciati liberi, per cercarsi un altro lavoro in quel punto. Naturalmente,<br />

queste attività erano possibili grazie al grande aumento del commercio tra le regioni<br />

e con l’estero che contrassegna l’inizio dell’era moderna in <strong>Cina</strong>.<br />

Adesso considererò l’altra metà dell’equazione. Se verso la fine del l’epoca imperiale<br />

stava comparendo una forza mobile di lavoro, la strut tura del mondo degli<br />

affari e le organizzazioni del lavoro erano pronte ad accoglierla? Nella storia<br />

dell’Occidente, questo scenario viene di norma descritto nelle sue linee generali<br />

come segue. Prima <strong>della</strong> transizione al capitalismo — transizione verificatasi, a seconda<br />

dei luoghi, una o più generazioni prima <strong>della</strong> meccanizzazione industriale —<br />

predominò il si stema di produzione familiare. Il capo <strong>della</strong> famiglia era un maestro<br />

ar tigiano che si incaricava <strong>della</strong> vendita e che, in genere, lavorava su ordi nazione.<br />

Il padrone poteva impiegare altri artigiani specializzati e in ge nere aveva uno o<br />

più apprendisti, che vivevano nella casa come membri <strong>della</strong> famiglia. A un certo<br />

punto, però, í mercanti, che spesso erano ex artigiani che avevano fatto fortuna, cominciarono<br />

a impadronirsi del si stema. Accumularono capitale, commissionarono<br />

beni già pronti per un mercato più ampio, riducendo gli artigiani a subappaltatori<br />

o fondando fabbriche artigianali, aumentarono la divisione del lavoro, distrussero<br />

il sistema dell’apprendistato e l’economia <strong>della</strong> bottega artigianale fa miliare, e lo<br />

sostituirono con l’assunzione in grande scala di manodope ra. Una delle principali<br />

conseguenze di questo processo fu il costituirsi di una struttura di classe basata sul<br />

rapporto di produzione 14 .<br />

Anche se in <strong>Cina</strong> le condizioni preparatorie giuridiche e organizzati ve per questo<br />

tipo di transizione non erano altrettanto avanzate come in Occidente, esse<br />

non erano del tutto assenti. Non fu mai promulgato un codice commerciale che<br />

permettesse complesse operazioni economi che del tipo richiesto dal capitalismo<br />

mercantile, ma esistevano principi contrattuali applicati nei rapporti commerciali e<br />

accettati nei tribunali.<br />

14 Questo processo è trattato, ad esempio, in E.P. Thompson, The Making of the En glish Working<br />

Class, New York, Vintage, 1966; William H Sewell, Jr., Work and Revolution in France: The Language of<br />

Labor from the Old Regime to 1848, Cambridge, Cambridge Uni versity Press, 1980; e Alan Dawley, Class<br />

and Community: The Industrial Revolution in Lynn, Cambridge, Harvard University Press, 1976.

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