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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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266 Albert Feuerwerker<br />

Il secondo ciclo cinese — ciclo Ming — fu caratterizzato, come la sua controparte<br />

europea, da una fase di crescita <strong>della</strong> popolazione seguita da una fase di stagnazione<br />

invece che da un lungo declino numerico. Verso la fine del secolo XVII<br />

o al più tardi all’inizio del XVIII, la cre scita <strong>della</strong> popolazione era ripresa. Collego<br />

il terzo ciclo — ciclo Ch’ing — con il secondo perché la crisi del secolo XVIII che<br />

accompagnò il col lasso Ming e la conquista Manchu interruppe soltanto, anziché<br />

cambiarne fondamentalmente la direzione, la crescita economica premoderna che<br />

ebbe luogo in <strong>Cina</strong> dal secolo XV alla metà del XVIII. Nella seconda parte del<br />

ciclo Ch’ing, la sovrappopolazione fu ancora una volta una causa delle ribellioni<br />

di metà Ottocento, che portarono a perdite assolute di popolazione, almeno nelle<br />

province <strong>della</strong> valle dello Yangtze e a un con seguente declino del tasso di crescita.<br />

Solo con il volgere del secolo la popolazione totale ritornò al livello del 1850.<br />

Se i grandi «movimenti» nel nostro esame superficiale di Europa e <strong>Cina</strong> fossero<br />

analizzati in modo più approfondito, noteremmo che i ci cli economico-demografici<br />

sono diversi da una regione all’altra e da una località all’altra. Ad esempio, il<br />

tasso di crescita <strong>della</strong> popolazione nella bassa valle dello Yangtze, che è approssimativamente<br />

costituita delle pro vince altamente commerciali dello Kiangsu e del<br />

Chekiang, per gran parte del millennio da noi esaminato fu anche il doppio di quello<br />

delle altre regioni <strong>della</strong> <strong>Cina</strong>. La regione dell’alto Yangtze — l’odierna provincia<br />

del Szechwan — subi perdite di popolazione particolarmente gravi alla fine dei cicli<br />

Sung e Ming. Ma questa regione, e il Sud e il Sudovest in generale, crebbero più<br />

rapidamente nel terzo ciclo, cominciato nel secolo XVIII, delle regioni del Nord<br />

<strong>della</strong> <strong>Cina</strong> o del medio Yangtze. E verso la metà del secolo XIX le perdite demografiche<br />

furono superio ri nelle regioni del basso e medio Yangtze.<br />

Le risposte alla sovrappopolazione nei cicli Ming e Ch’ing che prese ro la forma<br />

di movimenti di popolazione, anche se non sono ancora sta te studiate nei particolari,<br />

sono sufficientemente chiare. La migrazione dei «cinesi d’Oltremare» (hua-ch’iao)<br />

nell’Asia del Sudest dalle provin ce costiere <strong>della</strong> Cína ebbe probabilmente un’importanza<br />

solo locale co me «valvola di sicurezza» per la pressione demografica, ma<br />

in propor zione può essere stata importante quanto l’emigrazione nelle Americhe da<br />

Spagna, Inghilterra e Francia. E poco probabile che nel ciclo Ming si sia avuta una<br />

significativa urbanizzazione al di sopra dei livelli Sung; tuttavia, la dimensione totale<br />

<strong>della</strong> popolazione residente nelle città au mentò in proporzione con l’aumento assoluto<br />

<strong>della</strong> popolazione e il nu mero di centri urbani salì. Un significativo numero di<br />

città-mercato ad dizionali venne fondato nei secoli XVII e XVIII, ma anche ora non ci

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