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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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Tradizioni religiose nella civiltà cinese: buddhismo e taoismo 183<br />

buddhismo Ch’an. Del fondatore del Ch’iian­chen, Wang Ch’ung­yang (1112­1170)<br />

si diceva che avesse tratto una parte dei suoi insegnamenti dall’immortale Lu Tungpin<br />

(noto al popolo come Patriarca Lu), che sotto molti aspetti era il rivale del Sesto<br />

Patriarca <strong>della</strong> scuola Ch’an. Al pari del grande patriarca Ch’an, il patriarca Lu era<br />

il protagonista di molti racconti in cui comparivano sia vicende quotidiane, sia fatti<br />

sovranna turali e misteriosi. Entrambi i patriarchi avevano lasciato raccolte di versetti<br />

enigmatici, ma, come saggio taoista, il Patriarca Lu possedeva un netto vantaggio<br />

sul Sesto Patriarca: poteva parlare dall’oltretomba, for nendo, di generazione in<br />

generazione, sempre nuove rivelazioni. Il Pa triarca Lu di solito comunicava con il<br />

sistema <strong>della</strong> scrittura automati ca, servendosi dell’equivalente cinese <strong>della</strong> planchette<br />

o «tavola oui-ja» occidentale, una pratica religiosa popolare con una certa tradizione<br />

alle spalle, già ben attestata presso gli autori Sung.<br />

Questa intrusione di un elemento di «religione popolare» nella «re ligione superiore»<br />

del taoismo non era priva di precedenti. Anche se il taoismo fin dall’inizio<br />

aveva adottato il punto di vista e lo stile lettera rio (cinese classico) dell’élite, la sua<br />

interazione con il mondo dei varie gati culti locali non era stato sempre contrassegnata<br />

dall’ostilità. Alcuni eminenti gruppi del taoismo pre-Sung, come il Chingming<br />

tao di Kiangsi, sembrano essere sorti da gruppi indigeni precisamente localizzati<br />

che ini zialmente non avevano alcun collegamento con la tradizione taoista.<br />

Ep pure è notevole come il Ching-ming tao abbia raggiunto importanza na zionale<br />

solo dopo avere adottato i valori cari all’élite, come la pietà fi liale e l’obbedienza<br />

gerarchica. Anziché vedere la storia religiosa dello scorso millennio come una storia<br />

in cui ideali un tempo nobili finiscono per lasciarsi corrompere da superstizioni<br />

volgari, potrebbe essere più sen sato vederla come un processo in cui la religione<br />

dell’élite si diffonde gradualmente tra una popolazione che in precedenza non era<br />

mai stata toccata dalle fedi delle classi letterate.<br />

Si potrebbe anche sostenere che il progresso più importante di que sto periodo<br />

non sia stato la diffusione o la corruzione del buddhismo o del taoismo,<br />

ma la nascita di forme buddhiste e taoiste di religione popolare che costituivano<br />

a proprio diritto una nuova tradizione, indi pendente non solo dal buddhismo<br />

e dal taoismo istituzionali, ma anche dai culti puramente locali. Dal periodo<br />

Sung a oggi, le tradizioni taoiste elitarie e quelle popolari sono esistite in<br />

stretta unione (almeno in talu ne parti <strong>della</strong> <strong>Cina</strong>) anche se spesso differivano<br />

tra loro per vari fattori come l’uso del vernacolo durante i riti. I sacerdoti taoisti<br />

regolarmente ordinati operavano in collegamento con un elevato numero<br />

di pratican ti meno qualificati, che fungevano da loro assistenti o che, in loro as­

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